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CPN 10-12 marzo 2023

Intervento di Giovanni Russo Spena

Dovremo approfondire la ricerca della nostra identità comunista libertaria nei marosi sconvolgenti della contemporaneità. Riprendendo la relazione, penso ad un approfondimento sul grande tema delle ragioni della guerra in un'ottica strutturale, non meramente pacifista ma marxista. Condivido gli studi di Emiliano Brancaccio sulla "guerra imperialista" che analizzano le cause prime della guerra alla competizione e centralizzazione dei capitali, come nuovo conflitto imperialista.

Viviamo, infatti, una inedita transizione tra la gramsciana "rivoluzione passiva" e la spinta , finalmente, di movimenti eterogenei che scuotono l'Europa e sfiorano l'Italia .Facciamo come in Francia. Mentre le sinistre, qui, sono una nebulosa, una vaga allusione , un'area senza confini. Avremo, allora, bisogno di proporre , più radicalmente, punti di vista "rovesciati" rispetto al capitale. Penso allo schema e al metodo di un libro come "Americanismo e Fordismo". Andiamo, infatti, verso una piena "americanizzazione del conflitto e delle politiche".

La Schlein è figlia ed emblema di questo processo. Ha successo perché, dopo anni di spaesamento e di statalismo liberista , atlantista, l'area critica del centrosinistra sente di nuovo parole di sinistra. Gli umori diffusi, lo sappiamo dalla storia, spesso si aggrappano a simboli, anche se incerti e fragili. Io non credo, per ragioni strutturali e di blocco sociale, ad una riconversione socialdemocratica del Pd. Penso alla trasformazione in un partito liberal di stampo statunitense. Io sono per incalzare, senza settarismi preconcetti ma senza illusioni e ingenui cortocircuiti politicisti, il nuovo percorso del Pd. Le cartine al tornasole saranno la "guerra globale" e l'Autonomia Differenziata. Sapendo che non basteranno le chiacchiere della nuova segretaria.

Così come sta emergendo, anche dal congresso Cgil, la necessità, per noi, di ridiscutere il tema ineludibile del sindacalismo conflittuale, classista. Oggi la nostra autonomia passa attraverso la nostra capacità di sfuggire alla morsa del bipolarismo. . Così come agli ultimi cascami delle retoriche antipartito. Io non credo, nella costruzione di UP, di cui sono appassionato tifoso, come il mio vecchio amico napoletano Luigi De Magistris, alle doppie tessere, anche quelle che nascono da bizantinismi tecnici, da piattaforme, da digitalizzazione. Sono un vecchio federalista.

Lavoro per una UP spazio di lotta, libertà, una coalizione sociale che regge sui partiti che la compongono (ed altri che si aggiungeranno) e settori importanti di non iscritti ai partiti ai quali dobbiamo dare, statutariamente, ogni garanzia di autorganizzazione e di partecipazione ai livelli decisionali. Vamos, senza indugi.

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