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CPN 10-12 marzo 2023

Intervento di Tonia Guerra

È un Cpn dirimente: tocca prendere decisioni importanti.
Per motivi di spazio do per scontato il quadro in cui ci troviamo: un governo guerrafondaio e autoritario, un Paese sull’orlo della disgregazione, un bisogno di giustizia che non trova risposte.
E noi in una condizione di grande debolezza, sempre in bilico su prospettive elettorali di cui conosciamo l’esito a priori.
Vi chiedo e mi chiedo.

La linea scelta dal congresso è ancora valida?
C’è una corrispondenza fra quello che scriviamo, diciamo, concordiamo e ciò che facciamo?
La scelta di Up è patrimonio di tutto il partito?

A questo punto della nostra storia, non sono domande retoriche.
Dobbiamo dircelo che così non va, non può andare.
Cerco di partire da dati di fatto, concreti e dunque verificabili, confutabili certo, ma da fatti e dati di fatto, non da suggestioni.
Sugli esiti delle regionali: Il Segretario ne ha fatto cenno nella sua introduzione. Ne discutiamo con tempi così dilatati che non verrebbe neppure la voglia di commentarli se non fosse che da quell’esperienza qualcosa dobbiamo ricavarne. Intorno a quelle regionali si è messo in moto un ingranaggio stritolatore in cui la realtà fattuale si è mischiata con un racconto parallelo non suffragato da alcun elemento tangibile.
Tutto è ruotato intorno ad un’auspicata alleanza di UP con i 5 stelle, che però si è rivelata impraticabile per la loro (dei 5*) indisponibilità. Dunque, l’opzione in campo è stata una, la più sensata e lineare: presentare la lista di UP.

Perché le altre, quella di inserire un candidato/a nella lista civica o quella di saltare il giro, non possiamo considerarle, la prima perché da noi rigettata all’unanimità, la seconda perché mai presa in considerazione, non qui, non tra noi.
Dunque, perché, all’indomani dei risultati, innegabilmente negativi, Maurizio, sui social, senza discuterne negli organismi, ha scaricato il partito, le compagne e i compagni che generosamente si sono messi in gioco, definendoli “identitari” e “chiusi”, alludendo ad una sua linea contrastata?
Ci fa bene questa modalità di pratica politica?
Su Unione Popolare: Finalmente oggi se ne parla.

UP va costruita. Il punto è come.
Sulle adesioni: Sono contraria all’adesione individuale. Significherebbe iscriversi di fatto ad un altro partito. Penso che Rifondazione, in quanto tale, debba aderire a UP, in quanto soggetto collettivo che investe politicamente in un’impresa plurale e democratica e riconosce a ciascun proprio iscritto/a il diritto di partecipare al pari di chi individualmente aderisce al percorso.
Sul partito: Mi occupo della campagna sull’autonomia differenziata, ma temo che la stiamo attuando al nostro interno. Lo facciamo sulla linea politica e su quella elettorale. Ogni territorio ha la sua. La segreteria nazionale se ne accorge tardi, fuori tempo massimo e non riesce ad esprimere una direzione politica.

A proposito di A.D., la nostra posizione è lineare e coerente: non entriamo in polemica con la LIP Villone, che propone una riduzione del danno, ma non è la nostra proposta.
Parlo con amarezza, mi scuso per lo scarso spessore politico di questo intervento. Lo si può ignorare, rispondere con fervorini supponenti, considerarlo parte di un complotto, ma quest’ultima la sconsiglio, è usurata.
Si può continuare a navigare a vista. Ne prenderei atto.

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