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CPN 10-12 marzo 2023

Intervento di Stefano Galieni

Il segretario ha aperto la sua prolusione parlando della strage di Cutro. Bisogna coglierne la continuità con le stragi precedenti che hanno reso il Mediterraneo una fossa comune, mediante le leggi della “Fortezza Europa” gli elementi di discontinuità politica e culturale.

Le leggi contro i richiedenti asilo, approvate negli anni da governi di centro sinistra, centro destra e “tecnici” si sono accumulate, producendo vulnus giuridici forse irreversibili. Il caso di Cutro, dalle modalità della strage, al cinismo delle istituzioni fino alle responsabilità che stanno emergendo nella catena di comando, è la cartina di tornasole per far comprendere il senso della destra post fascista al governo oggi. È caduto ogni sdoganamento, il volto del potere si mostra senza inibizioni e in quanto tale va affrontato.

Ma voglio parlare separando una parte destruens da una costruens. Ha creato stupore che il segretario nazionale abbia “osato” evidenziare una ipotizzabile discontinuità della nuova segretaria del Pd, Elly Schlein. È bastato questo, quanto l’aver attaccato gli attacchi di machismo fascista riservati alla segretaria, per insinuare il sospetto che si voglia cambiare linea politica del Partito. Evidentemente provare ad analizzare il presente non avendo una visione statica e immobile della realtà non è ammissibile e crea paure.

Nessuna alleanza con un Pd geneticamente modificato è possibile, ma laddove – come già accaduto – si verifichino mobilitazioni antifasciste, antirazziste, o per obiettivi sociali, Rifondazione Comunista deve evitare di interloquire con tale popolo chiudendosi in isolamento? Eppure in tali piazze abbiamo molto da dire. Ma ogni occasione è ormai utile per attaccare il segretario e parte del partito. In tal senso leggo l’accusa rivolta a lui e a de Magistris di aver rallentato la presentazione della lista UP nelle elezioni regionali recenti.

Nel Lazio ha pesato l’ostilità di una parte del Coordinamento nazionale e dei nostri organismi regionali, perché si costruissero interlocuzioni col M5S. Quando il CPR Lazio si è aperto all’interlocuzione col M5S era troppo tardi. Ci si è fatti sottrarre lo spazio politico da SI/2050, si è giustamente rifiutato di confluire in tale lista, trovandoci da soli e ottenendo il peggior risultato della nostra storia nonostante la generosità dei nostri candidati, in primis Rosa Rinaldi.

Sulle modalità di adesione ad UP resto dell’idea che imporre a tutto il Partito di farlo è una forzatura. Vogliamo in questa maniera perdere altri iscritti e indebolire il Partito? Vogliamo realizzare un intergruppi testimoniale fra il PRC e PaP? Non è questa la Rifondazione che guarda al futuro. Ma resto laico e credo che sarebbe un errore per questo CPN contarsi e decidere, su un tema importante per pochi voti, determinati anche da posizioni precostituite legate al nostro scontro interno.

Giungiamo ad una sintesi condivisa oppure affidiamo ad un referendum fra gli iscritti (previsto statutariamente) la decisione, coinvolgiamo il partito intero. Lo dobbiamo al nostro corpo militante, stanco di diatribe dalla natura spesso incompressibile. Se, come penso, non esiste da tempo, l’unità del Partito, si abbia il coraggio di andare ad un nuovo congresso. Questo partito ha bisogno di lavorare nella classe sociale di riferimento e non di un padrone che ne decida il destino.

P.S. purtroppo si è scelto di contarsi su documenti in larga parte simili, dichiarandosi indisponibili a cercare una sintesi. Ne pagheremo tutte/i le conseguenze.

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