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CPN 10-12 marzo 2023
Intervento di Fiorenzo Fasoli
La relazione del segretario mi risulta sbilanciata fino ad ipotizzare un vero e proprio cambio di linea politica.
Non ho sentito ribadire il nostro impegno per la costruzione del polo dell'alternativa fuori e contro il centrodestra ed il centrosinistra e ci sono questioni che non mi tornano.
Fino ad ora non ho visto il giudizio degli organi collettivi del partito sulle elezioni regionali di due importanti regioni come il Lazio e la Lombardia.
Ho letto solo una reprimenda di Acerbo che sostiene che il risultato è negativo perchè non lo abbiamo ascoltato senza però indicare in cosa ed in come non lo avremmo assecondato.
Non so se la riunione di oggi riuscirà ad esprimersi in merito.
Poi c'è la questione Schlein.
Non c'è dubbio, la sua elezione è un fatto politico che va analizzato, ma il comunicato del segretario, al riguardo diffuso, per me non è solo frutto di “cortesia politica”, ma, mi appare, un'eccessiva apertura di credito.
Mi ha sorpreso non poco notarne la sovrapponibilità con quello di De Magistris come fossero assieme concordati.
Va ricordato che è stata eletta con un meccanismo infernale e, almeno per noi, inaccettabile.
Secondo me, è cambiato il segretario, non il partito.
Anzi nel partito, non va dimenticato, ha vinto Bonaccini.
Certo, attendiamo i fatti e su quelli ci misuriamo.
Il discrimine rimane la questione della guerra e l'invio di armi all'Ucraina, la posizione sull'autonomia differenziata e non solo il giudizio sul ddl Calderoli, la crisi ecologica con i cambiamenti climatici che mobilitano organizzazioni giovanili per noi molto interessanti, la crisi economica e sociale sempre più grave.
La Schlein è stata per anni la vice di Bonaccini, ma non mi risulta si sia differenziata nell'azione politica.
Insomma, per la sua elezione, sono cambiati gli elettori, non il partito.
Ci dobbiamo domandare: ma quegli elettori da dove provengono?
Vengono dai ceti sociali garantiti a da chi non vota?
Ci interessa ritagliarci uno spazietto tra il 40% dell'elettorato che va a votare o ci dobbiamo relazionare con il 60% che non ci va?
Non mi pare una questione di poco conto.
Finalmente si affronta la questione di Unione Popolare ed il nodo della sua costruzione.
Per me rimane al centro del nostro progetto politico, ma visto che mi si avvisa che il tempo a mia disposizione sta per scadere, mi associo alle proposte già avanzate in merito dai compagni Dino Greco e Giovanni Russo Spena.