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CPN 17-18 dicembre 2022
Monica Sgherri
Sono delusa e soprattutto allarmata del clima accusatorio di diversi interventi.
Mi convinco che di quello che si viene accusati è l’origine della motivazione di coloro che lanciano l’accusa. Incriminante è aver osato votare contro al documento proposto nell’ultima direzione e non si è voluto evitare la rottura. La motivazione del voto contrario sta nella frase di aprire un confronto con il M5S.
Introdurre quella frase cambia la linea politica del partito. Non inserirla non significa il contrario. Nei territori, a partire dalle Regioni e dai Comuni, si può aprire, come tra l’altro è stato fatto, un confronto con M5S e verificare le condizioni di una alleanza elettorale, alquanto improbabile, alternativa a centro destra e centro sinistra. Altro invece scriverlo. Altro indicare con chi vuoi aprire il confronto perché pesante diventa chi escludi! Settarismo è escludere gli altri soggetti politici!
Non banalizziamo, non è questione di tattica! Aprire un confronto con il M5S (escludendo gli altri soggetti politici) è una ipotesi politica diversa da quella del congresso, è il primo passo per riaprire un confronto con il centro sinistra ed è funzionale alla proposta che gira nel Lazio di presentarsi in una listone civico, o ancora saltare il turno, come gira in Lombardia.
Respingo ai mittenti l’accusa di imboscata, di voto “criminale”, di cordata: E’ vero il contrario, perché la frase significava cambiare linea politica e per questo era essenziale che rimanesse; riaprire ora con M5S, poi con sinistra italiana e poi, anche con il Pe, visto che siamo tutti all’opposizione del Governo Meloni. Non è la stessa opposizione, e il voto sul rifinanziamento delle armi lo conferma!
Alcuni interventi sono stati chiarissimi, quegli stessi compagni che hanno spinto per l’alleanza con il Pd alle ultime elezioni in Sicilia, sono gli stessi che non investono strategicamente su U.P. e che si preoccupamp di una nostra subordinazione a Pap e non a De Magistris!
Il partito ha sostenuto uno sforzo immane per raccogliere le firme alle ultime politiche e i ritardi imposti a Lazio e Lombardia rimetteranno nelle stesse drammatiche condizione i nostri militanti per raccogliere le firme in queste regioni. E’ una mancanza di rispetto per i dirigenti locali e per i militanti. Peggio ancora compromettere i tempi per la raccolta è far sorgere il dubbio che la perdita di tempo sia funzionale a far saltare il turno!
Discutiamo del M5S e non di come democratizzare U.P, farla crescere e trovare le regole di convivenza su come e quando si prendono le decisioni.
Non discutiamo invece su come rilanciare e rafforzare Rifondazione Comunista, soggetto capace di costruire opposizione sociale e di stare nei conflitti. Questa l’unica via per non essere subordinati a ipotesi politiche che ci facciano sperare in un qualche strapuntino. La conferenza di organizzazione era ed è centrale per il rilancio di rifondazione comunista!