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CPN 17-18 dicembre 2022

Roberto Musacchio

Concordo con la relazione di Acerbo sia come cultura politica che come linea.
Partirei da come abbiamo operato, positivamente, nel recente congresso della Sinistra Europea.
Ci siamo trovati in un contesto "difficile", con posizioni, nel nostro partito europeo e in particolare in alcuni partiti componenti, ma anche nel gruppo parlamentare, e nei soggetti anche più vicini, che in alcuni casi sulla guerra erano molto distanti da noi.

Stiamo parlando non di una alleanza ma di un partito e di un gruppo di cui siamo parte e con cui andremo alle prossime elezioni europee. Non ci siamo ritratti. Non abbiamo né rotto né taciuto ma operato una opera di convincimento politico che si è mossa in tutti i luoghi europei, da Transform, al forum delle alternative, al partito e al gruppo. Non di bandiera ma efficace e che ha ottenuto risultati. Siamo stati ad un certo punto aiutati dal grandissimo fatto politico rappresentato dalla manifestazione per la pace del 5 novembre a Roma, la più imponente e significativa d'Europa.

Ecco, noi dobbiamo dare rappresentanza politica, ma anche elettorale, alla nuova contraddizione che sta modificando tutto il quadro e cioè la Pace contro la Guerra. Dobbiamo creare questo bipolarismo che spazzi via il vecchio bipolarismo divenuto unipolarismo bellico, oltreché liberista. Su questo si deve costruire Unione Popolare ma anche si devono incalzare e coinvolgere in alleanze, anche elettorali, i soggetti, come Cinquestelle e SI che, pur con tante ambiguità, possono essere parte di questo fronte. C'è uno spazio vero che va occupato.

C'era anche nel 2008 contro l'austerità, da cui le esperienze greche, spagnole, portoghesi trassero la forza per grandi balzi in avanti, ma che la nostra precedente e sconfitta ma anche le nostre divisioni non ci aiutarono a riempire. Ora c'è una nuova occasione che non deve essere sprecata. Io la vedo anche per le regionali, in particolare nel Lazio, dove sembra si operino rotture di Cinquestelle e SI col PD che vanno approfondite con offensive unitarie, naturalmente non subalterne ma partendo dalla nostra identità di Unione Popolare. La cultura politica di Rifondazione rifugge dal settarismo e dal codismo ed è preziosa per fare si che Unione Popolare sia uno spazio capace di allargarsi politicamente, di insediarsi socialmente e di costruire anche alleanze che rendano più efficaci e credibile, per i nostri referenti sociali, le nostre proposte.

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