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CPN 17-18 dicembre 2022

Ramon Mantovani

Negli ultimi mesi nel PRC si sono intrecciati due problemi. Il primo è la spaccatura in tre parti del centrosinistra e una nuova collocazione del Movimento 5 Stelle, depurato da tutti i fuoriusciti a destra e verso il centro, che ha impedito un buon risultato per Unione Popolare. Il secondo, dentro il PRC, è il persistere ostinato di una continua guerriglia interna orientata alla defenestrazione del Segretario del partito, che non ha esitato in Direzione, con una imboscata e senza nemmeno dichiarazioni di voto, a votare contro bocciando un documento politico perché vi era contenuta l’indicazione di cercare, nelle prossime elezioni regionali, convergenze con tutte le forze a sinistra del PD “incluso il Movimento 5 Stelle”, al solo scopo di mettere in minoranza il Segretario.

La costruzione di un polo su pochi e qualificati punti programmatici con il Movimento 5 Stelle ed anche con S.I. in alternativa al PD alle elezioni politiche e la prosecuzione dell’esperienza di Unione Popolare come forza anticapitalista aperta e non settaria capace di aggregare la sinistra sociale e politica, era condivisa da tutto il partito con pochissime eccezioni. Del resto da più di 10 anni perseguiamo l’obiettivo di costruire un polo con forze diverse in grado per dimensioni e programma di rompere il bipolarismo.

Purtroppo l’intreccio temporale fra la crisi del centrosinistra e la fronda interna contro il Segretario del Partito hanno portato la cordata guidata dal compagno Ferrero a sposare strumentalmente la posizione settaria secondo la quale, pur non escludendo una coalizione con i 5 Stelle, questa posizione non si doveva rendere pubblica nel documento della Direzione. Addirittura nel Lazio il comitato regionale in novembre aveva chiuso la questione accettando acriticamente il veto di PaP perfino a dialogare con i 5 Stelle.

Sostengo che Unione Popolare ha un futuro solo se è capace di costruire un polo capace di rompere la logica stessa del bipolarismo, sorpassando il PD e proponendosi come governo di alternativa. Diversamente la logica stessa del maggioritario spingerà i 5 Stelle a cercare di nuovo una alleanza con PD e Unione Popolare verso posizioni ultra minoritarie e settarie. Quindi esplicitare la proposta di un polo alternativo con i 5 stelle inclusi, per quanto diversi siano da noi, non è né chiedere uno strapuntino con il cappello in mano a nessuno né segno di nessuna subalternità.

È semplicemente proporre quello che tutti i movimenti di lotta e il paese intero necessità per iniziare ad uscire dalla fase delle sconfitte sociali e politiche dell’ultimo quarantennio. Ed è il terreno sul quale condurre una battaglia per l’egemonia di Unione Popolare e del nostro partito dentro i movimenti di lotta senza dover scontare che al momento della verità milioni di persone di sinistra votino 5 Stelle o centrosinistra a causa della logica del “voto utile” o si astengano pensando che ormai siamo spariti o addirittura non conoscendo nemmeno le nostre proposte.

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