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CPN 17-18 dicembre 2022

Paolo Ferrero

Trovo sbagliato che la discussione di questo CPN sia stata introdotta dal segretario come se nel gruppo dirigente vi fosse chi rifiuta ogni dialogo con il M5S.

Questa descrizione non corrisponde al vero e lo si vede bene da cosa è successo:

In Lombardia Rifondazione ha incontrato il M5S che ci ha comunicato la sua intenzione di allearsi con il PD.

Nel Lazio Rifondazione ha incontrato il M5S che ci ha comunicato la sua volontà di allearsi con una lista civica della sinistra (contenente sinistra italiana, coordinamento 2050, e se riteniamo Unione Popolare) ma di non essere disponibili ad allearsi con Unione Popolare in quanto tale.

Di cosa stiamo discutendo? Prima ancora di un confronto di merito l’impossibilità di fare accordi con i 5 stelle in queste regionali è data dalle loro posizioni, non certo da un nostro presunto settarismo.

Il punto di discussione tra di noi non è quindi se si possa o meno cercare accordi con il M5S. Il problema è se il centro della nostra linea politica è la costruzione del polo dell’alternativa partendo da Unione Popolare – e da qui dialogare con tutti, 5 stelle compresi - oppure se il centro della nostra linea diventa la ricerca dell’accordo con i5 stelle. Io sono per la prima strada, quella che abbiamo scelto al Congresso e considero gli “inseguimenti”, un tempo verso il PD e ora verso il M5S, del tutto inefficaci. Inoltre, il tempo che stiamo perdendo in Lazio per “aspettare” non si capisce cosa - visto che i 5 stelle hanno già deciso - sta mettendo a grave rischio la possibilità di presentare le liste di Unione Popolare: non sono d’accordo.

Il M5S ha posizioni condivisibili su alcune importanti questioni e su questo dobbiamo sviluppare azioni comuni. Parimenti il M5S non ha certo fatto una scelta complessiva per l’alternativa. L’unica possibilità di una complessiva ed auspicabile evoluzione positiva del M5S è data dalla presenza alla sua sinistra di un polo politico organizzato e pensante, con basi di massa, in grado di costruire mobilitazione sociale. Per questo invece di dividere il partito sarebbe bene discutere su come ci attrezziamo per fare campagne di mobilitazione contro la guerra, il carovita e il governo e su cosa proponiamo per favorire lo sviluppo e l’allargamento di Unione Popolare.

Dobbiamo interloquire con il M5S mentre operiamo per il nostro rafforzamento, senza pensare in modo subalterno che il M5S sia la nostra ancora di salvezza. Sarebbe la nostra fine e sarebbe anche ingloriosa.

Finisco dicendo che ho la sgradevole sensazione che sulle regionali il nazionale invece di aiutare le segreterie regionali abbia avuto l’atteggiamento di chi fa esami e bacchetta i segretari regionali. Non è accettabile.

Il partito ha quindi problemi di tenuta della linea politica decisa in Congresso, di direzione politica e di gestione collegiale. Così non si può andare e per questo penso sia necessario un netto cambio di rotta e di direzione al fine di rilanciare il progetto politico di Rifondazione Comunista.

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