Partecipa e contribuisci all'attività di Rifondazione Comunista con 10 euro al mese. Compila questo modulo SEPA/RID online. Grazie

CPN 17-18 dicembre 2022

Contro guerra e carovita, costruiamo l’opposizione, rilanciamo il Partito, lavoriamo per un’Unione Popolare aperta e democratica

L’Italia sta proseguendo sempre più velocemente verso un regresso sociale, culturale e politico. Il governo Meloni aggiunge un tratto marcatamente reazionario alla prosecuzione delle politiche di austerità e guerrafondaie del governo Draghi. La guerra si caratterizza sempre più non solo come un’inaccettabile barbarie ma per le politiche economiche antipopolari che determina.

Oggi è più che mai necessaria la costruzione di un’alternativa, necessità tanto evidente quanto la nostra debolezza soggettiva. Su questa contraddizione riteniamo necessario concentrare la nostra attenzione perché la crisi della nostra organizzazione non è in corso di soluzione ma si è aggravata.

Questo CPN è stato convocato dal Segretario dopo che il documento da lui proposto alla Direzione Nazionale del 24 novembre scorso è stato bocciato. Oggi dobbiamo quindi fare chiarezza e proporre un percorso di uscita dalle difficoltà, evitando che la confusione porti alla fine del progetto politico della Rifondazione Comunista per consunzione.

I problemi

L’XI Congresso – Le radici e le ali - aveva aperto una prospettiva positiva: la scelta politica del rilancio del partito e della costruzione della sinistra di alternativa era stata condivisa unitariamente e si accompagnava ad un chiaro impegno al rinnovamento del gruppo dirigente nazionale. Questa speranza però non si è inverata: alle difficoltà strategiche, che riguardano il complesso delle forze comuniste e di sinistra di alternativa, si sono sommati limiti soggettivi che, oltre a peggiorare la situazione interna, rendono difficile impostare correttamente la discussione sul superamento dei nostri limiti di fondo. Ritardi endemici, scarsa attenzione al funzionamento concreto del partito, analisi superficiali, tatticismi, indeterminatezza dell’indirizzo politico, banalizzazione delle posizioni di chi solleva critiche o chiede il rispetto delle decisioni assunte, metodi di gestione discutibili: sono alcuni degli elementi che caratterizzano la situazione attuale.

In questo contesto, si sta continuando a perdere tempo, creando ulteriori difficoltà alle compagne e ai compagni sul territorio per la fase di raccolta delle firme, stressando i rapporti interni a Unione Popolare ed al nostro stesso Partito. Nel Lazio si è arrivati ad un Comitato Politico Regionale in cui il Segretario nazionale, senza alcuna interlocuzione preliminare, è intervenuto dopo le conclusioni della Segretaria regionale contestandole: un costume senza precedenti nella storia di Rifondazione.

Non proseguiamo oltre nella lista degli esempi ma riteniamo che questa situazione non possa continuare: contribuisce non poco ad aumentare le difficoltà del Partito sul piano politico ed introduce, nei fatti, inaccettabili pratiche di rottamazione di interi gruppi dirigenti. Occorre ripartire dall’indirizzo politico e dalle indicazioni di rinnovamento decise in congresso, non solo a parole ma con i fatti.

Gli elementi centrali della nostra proposta sono:

Lo sviluppo di questa prospettiva passa per la costruzione di Unione Popolare, la sua radicale democratizzazione ed il suo allargamento ad ampi strati popolari. Non un cartello elettorale ma un progetto politico su cui investire per aggregare forze e rendere visibile il polo dell’alternativa ai poli politici esistenti. In questo quadro si inserisce il rapporto con il complesso delle forze antiliberiste e anche con il Movimento 5 Stelle, che oggi ha positivamente assunto su varie questioni – dalla guerra al reddito minimo e di cittadinanza – posizioni avanzate. Con queste posizioni politiche non solo dobbiamo dialogare: senza nascondere gli elementi contraddittori dobbiamo ricercare elementi di unità d’azione e là dove sia possibile intese elettorali. Questo percorso unitario deve partire dalla realtà e non dalle illusioni, evitando superficialità nell’analisi e subalternità nell’interlocuzione. Per dialogare con altre realtà, bisogna esistere ed avere coscienza di sé, altrimenti ci si trasforma in inseguitori di un carro ritenuto vincente. Come ci insegna l’esempio francese, Mélenchon per anni ha tenuto un indirizzo radicalmente alternativo alla sinistra moderata e solo dopo aver rovesciato i rapporti di forza con verdi e socialisti ha proposto e realizzato un accordo, sul terreno dell’alternativa. Dobbiamo costruire speranza, non illusioni.

Si tratta quindi di produrre un deciso cambiamento: è necessaria una radicale modifica nella gestione del partito a partire dal cambio del Segretario – che non ha più la nostra fiducia - al fine di applicare la linea e praticare quella rigenerazione politica decisa in congresso. Su questa base di chiarezza politica occorre rilanciare la gestione unitaria del partito.

In questo quadro il CPN

Fabrizio Baggi, Imma Barbarossa, Claudio Bettarello, Giovanna Capelli, Loredana Fraleone, Tonia Guerra, Roberta Leoni, Nicolò Martinelli, Dmitrij Palagi, Antonello Patta

Documento respinto con 77 voti a favore, 79 contrari e 9 astenuti

chiudi - stampa