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CPN 17-18 dicembre 2022
Alberto Deambrogio
La chiarezza, che il segretario ha chiesto in apertura dei nostri lavori, è un punto ineludibile se vogliamo evitare fraintendimenti o inutili polemiche fra noi. Da questo punto di vista è stata utile la ricostruzione degli accadimenti dell’ultima DN fatta da Dmitrij Palagi. In quella occasione, al netto dell’incidente che non ha permesso una chiarificazione delle intenzioni, il punto di dissenso sul documento finale era concentrato sull’indicazione del M5S come unico soggetto citato all’interno di un doveroso allargamento dei rapporti sociali e politici di UP.
Un approccio sbagliato perché segnato da politicismo e dal pericolo reale di una marginalizzazione minoritaria di Unione Popolare in caso di diniego o di assenza di risposta pentastellata. Il passaggio, assai delicato, delle elezioni regionali in Lombardia e Lazio avrebbe avuto bisogno di svolgersi all’interno di un clima di supporto collaborativo, chiaro e tempestivo dei vertici di UP e del PRC verso le compagne e i compagni impegnati a costruire sui territori le condizioni della partecipazione alla scadenza di febbraio.
Questo non è accaduto e, anzi, ciò che si è prodotto ha finito per mettere in seria difficoltà la presentazione delle liste di UP. I gruppi dirigenti locali del nostro Partito in Lombardia e in Lazio hanno cercato di muoversi avendo attenzione massima ai tempi molto stretti e ai contenuti politico-programmatici come elemento centrale per verificare le possibili alleanze. Questi due nodi non sono stati tenuti nella giusta considerazione dai vertici del PRC. Chi stava sul territorio ha potuto verificare nei fatti l’impossibilità di qualsiasi accordo con il M5S, che d’altro canto ha mostrato platealmente la propensione ad allearsi col PD e a rivendicare continuità programmatica con precedenti esperienze amministrative zeppe di contraddizioni.
In questa condizione data la dirigenza locale del PRC è stata spesso destabilizzata e svalorizzata. Invece di favorire dei rapporti collaborativi, connotati da fiducia e supporto, si è preferito alimentare delegittimazione e indeterminatezza temporale. Dobbiamo infine interrogare le nostre descrizioni, le nostre narrazioni per capire quanto di esse abbia effettivamente un ancoraggio con il reale. UP ha bisogno di costruirsi e di allargarsi, ricercando nuove relazioni sociali e politiche all’interno dell’ipotesi condivisa dell’alternativa ai poli politici esistenti. Se rimaniamo ancorati a una visione idealistica del M5S non credo faremo un buon servizio al futuro di UP. Che cosa questo sarà lo vedremo e in ogni caso dobbiamo essere attenti a ogni suo possibile cambiamento. Credo però che nessuna narrazione possa fare a meno di vedere come oggi l’M5S intenda praticamente esercitare un ruolo egemonico all’interno di un centro sinistra in crisi e in via di ridefinizione.