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CPN 17-18 dicembre 2022
Fausto Cristofari
Per ciò che riguarda Unione Popolare a livello nazionale, sarebbe utile un maggiore scambio di informazioni con i livelli locali, sia sui temi politici, come il momento congressuale annunciato da De Magistris per febbraio, sia sui temi organizzativi, come la formazione del coordinamento nazionale. L’allargamento di UP è fondamentale, andando oltre il quadro attuale delle adesioni. Senza voler ridurre ciò al mero rapporto con altre formazioni politiche, segnalo tuttavia che, qui a Torino, riceviamo dai compagni di Sinistra Anticapitalista un rifiuto ad essere inseriti nel coordinamento provvisorio locale di UP perché, a loro dire, non sono ancora stati contattati per quanto riguarda il livello nazionale.
Nei rapporti con il M5S occorre partire dallo stato di fatto, piuttosto che inseguire “suggestioni”. In Lombardia il M5S si allea col PD, mentre nel Lazio pone condizioni che, come ha detto qui il Segretario Maurizio Acerbo, non sono accettabili. Occorre quindi muoversi di conseguenza e partire con la raccolta delle firme.
Con Potere al Popolo le divergenze non sono mai state strettamente sul piano dei contenuti (vedi ad esempio la costruzione del programma in occasione delle elezioni amministrative a Torino nel 2021), quanto piuttosto sugli atteggiamenti concreti nei rapporti unitari. Ne abbiamo avuto un esempio con la recente adesione di Francesca Frediani (consigliera regionale del Piemonte, ex M5S ed ora Movimento 4 ottobre) ad UP.
Nell’occasione, PaP ha rifiutato la proposta di definire in proposito un comunicato unitario come UP. Va detto, fra l’altro, che nella conferenza stampa di adesione Frediani ha motivato l’uscita dal M5S con ragioni del tutto condivisibili (non coerente opposizione al TAV, gravi limiti della sindacatura di Appendino a Torino).Del resto, fatichiamo spesso a concretizzare iniziative comuni con PaP, come nel caso dell’assemblea pubblica torinese, poi realizzata il 12 ottobre, come ritorno dell’assemblea nazionale del 4. La motivazione principale addotta da PaP è che UP non sarebbe ancora compiutamente un soggetto politico.
Naturalmente ciò non ci aiuta, nel momento in cui UP non può rimanere in una posizione statica, in attesa della definizione di tutte le questioni nazionali, pena deludere le attese (piccole o grandi) che verso di essa si stanno determinando.
Sono ovviamente d’accordo, vista anche la mia lunga esperienza sindacale, con la nostra svolta verso il sociale, che va tuttavia calata nel concreto, senza essere mitizzata. La proposta di un pacchetto referendario, avanzata nell’assemblea di UP del 4 dicembre, è da accogliere positivamente, proprio perchè suscettibile di unire un possibile sbocco a livello istituzionale con l’indispensabile intervento territoriale sulle tematiche sociali.
Concludo esprimendo la mia preoccupazione, sia relativamente alla prosecuzione dell’esperienza di UP, sia per le spaccature che stanno emergendo nel nostro partito.