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CPN 17-18 dicembre 2022

Giovanni Bruno

Congratulazioni a Eleonora e Giovanna per gli incarichi in S.E. e a Mara e Rosa per le candidature assai impegnative in Lombardia e Lazio.
Premessa generale sulla linea politica dell’XI Congresso: la discussione di questo CPN svela ciò che sappiamo tutte e tutti, ma che non abbiamo finora voluto ammettere neppure a noi stessi. Il Congresso unitario è stato una rappresentazione, una finzione per l’orientamento politico, che viene dichiarato unitario e poi ciascuna area declina in modi diversi sia a livello nazionale che sui territori, ma anche per il rinnovo della carica del Segretario su cui c’è stato un accordo informale per un “tempo determinato”. I problemi ci sono anche rispetto al gruppo dirigente (Segreteria e DN) che si è via via disgregato fino alla netta divisione politica, come evidenziato da Niccolò Martinelli.

La linea unitaria è una “finta”, e si sono palesate tre linee sempre più nettamente distinte e divergenti:

  1. Apertura a tutto campo, dal centrosinistra al M5S, alle liste civiche, all’associazionismo (spesso ambiguo e flirta col PD o con la sinistra del centrosinistra); privilegio di rapporti con organismi di massa (CGIL, ANPI, ARCI ….) che ad esempio sulla guerra fanno sponda e da foglia di fico al PD stesso;
  2. UP come soggetto unitario della sinistra, in forma di nuova organizzazione movimento/partito, in cui transitare e dissolvere di fatto RC;
  3. UP come soggetto articolato in cui le organizzazioni non si sciolgono, ma si devono rafforzare e coordinarsi in un fronte anticapitalista.

Ci sono tre ambiti su cui questi tre approcci diversi si sono accentuati.

  1. Linea politica
    La questione è se il Segretario Acerbo ha interpretato correttamente la linea uscita dal Congresso; non bisogna utilizzare la categoria del “tradimento”, ma è chiaro che la linea congressuale è interpretata differentemente dalle tre aree. Inoltre, la gestione del partito è sempre più autoreferenziale, infatti per settimane non abbiamo avuto notizie su UP, e l’unitarietà negli ultimi mesi non è quasi mai stata garantita creandosi uno scollamento sempre più accentuato tra le componenti.
  2. Analisi del M5S
    L’analisi del Segretario sul M5S sembra efficace e molti compagni (come me) hanno pensato alla possibilità di avvicinamento, ma è un’illusione fallace, almeno come scelta strategica (ci possono essere situazioni in cui è possibile, ma non si può assumere come posizione generale). La necessità di costruire un blocco di massa non può avere scorciatoie, soprattutto va evitata l’attrazione nel gorgo/tritacarne del M5S: va piuttosto rafforzata la componente di classe e anticapitalista, di cui UP può essere elemento decisivo, per avere i rapporti di forza favorevoli a qualsiasi interlocuzione. L’errore da evitare è di finire con l’essere ostaggi del M5S.
  3. Profilo di UP e ruolo di RC
    Cosa deve diventare UP? Come la dobbiamo interpretare? Un soggetto unico in cui si annienta RC? Oppure un mero cartello elettorale? O ancora un settario coordinamento intergruppi destinato al minoritarismo? Tra tutte queste opzioni che finora si sono combattute, ce ne è un’altra, quella di costruire un rinnovato fronte anticapitalista, di classe e antifascista, che attragga settori antiliberisti conseguenti senza snaturarsi nel populismo o nel moderatismo.

UP deve essere rilanciata contribuendo con un rinnovamento dell’identità comunista, che si interfacci con movimenti e soggetti (ecoambientalisti, femministi, di classe). Resta la complessità di costruire UP nei territori: ad es., alle elezioni amm.ve per il Comune di Pisa in primavera 2023 dovremo comporre un puzzle tra la coalizione esistente (RC e lista di cittadinanza UCIC) e PaP con cui abbiamo condiviso UP (se proseguirà tale esperienza).
In conclusione dobbiamo chiederci se e come proseguire e consolidare UP, ma soprattutto come ricompattare RC: occorre assumere una posizione coerentemente alternativa alle forze governiste e ondivaghe (PD, SI/Verdi, M5S …) e costruire le condizioni per un movimento di massa anticapitalista e antifascista, per contendere le classi popolari alle destre di governo e di piazza, ma anche per recuperare l’astensionismo; ci si deve misurare nel conflitto sociale aprendo battaglia e contraddizioni nelle grandi associazioni di massa (CGIL, ANPI, ARCI …), ma senza arretrare su posizioni moderate e codiste; dobbiamo lavorare per un nuovo movimento di massa senza scelte compromissorie su economia di guerra, caro vita, lavoro (occupazione, salario, sicurezza), antifascismo, difesa e applicazione della Costituzione, pace (contro invio di armi e aumento delle spese militari e contro la guerra).

Chi può interpretare coerentemente questa linea politica? una segreteria veramente unitaria può essere ricomposta? La condizione è quella di una mediazione articolata e condivisa, se ancora possibile.

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