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CPN 17-18 dicembre 2022
Marina Boscaino
Ringrazio prima i gruppi dirigenti di Lazio e Lombardia e faccio i complimenti ad Eleonora. Mi riconosco molto nella preoccupazione di Eliana e negli interventi di Rosa e Michela, per altri versi, per citare interventi di oggi.
Quando in giugno si inaugurò un carteggio caratterizzato da affermazioni di forte aggressività, passando persino dalla comunicazione pubblica e a quella privata, ho cominciato a capire che forse avevo sbagliato casa. Nei mesi che sono seguiti, mi sono convinta con dispiacere che una vera casa non c’era, e nemmeno c’era più quella comunità che io guardavo con interesse e con intenzione da fuori. Ci sono tra noi persone amiche, persone a cui guardo con simpatia umana, persone che sto imparando a conoscere. Ma, per mio costume, agli esponenti di nessuna di queste categorie ho risparmiato o risparmio critiche.
La tossicità di alcuni rapporti è evidente davanti agli occhi di tutti: la lealtà ad un accordo di costruzione viene da molti bollata come subalternità; si è parlato di furberia, di cordata che avrebbe fatto un’imboscata; in questo contesto – quello dell’imboscata - si è dileggiato un incidente tecnico, con tono derisorio, a suggerire che l’incidente era una scelta e che chi lo ha messo in atto non ha avuto il coraggio di esprimere la propria eventuale ritrattazione della mozione proposta; non solo: si è chiesto ai compagni di merende per quale motivo abbiano taciuto, invece di proporre a loro volta il testo che l’indeciso componente della cordata non avrebbe gli attributi per fare. Cioè: si imputa ad una sedicente cordata di non aver fatto bene la cordata, ignorando il caso che, se la cordata fosse esistita, le cose certamente sarebbero andate in modo diverso. A meno che si pensi che la cordata abbia inscenato il black out per poter mettere in minoranza il doc del segretario. Quante energie, malafede, abilità attoriale: un gioco vile di un manipolo di irresponsabili, totalmente disinteressati alle sorti di PRC. Questo quanto si sta provando ad accreditare. Io non ci sto, perché sono certa che non è andata così.
Ho sentito narrazioni sul CPR del Lazio, all’ultimo del quale ho partecipato come auditrice, in modo surreale, sfidando addirittura il buon senso, nonché la realtà dei fatti. Perché Loredana Fraleone avrebbe – pur mantenendo la convinzione che prima di tutto occorre tutelare la costruzione di UP, non le ho mai sentito pronunciare questa intenzione – dovuto snobbare l’incontro con il 5S? Semplicemente perché lei non era invitata agli incontri e, solo dopo lunga insistenza, dopo l’incursione di Maurizio in CPR, come l’ha raccontata Rosa, è riuscita a incontrare la Taverna pochi giorni fa. Ancora: vengono riferiti in maniera inesatta dispositivi votati. Ma per fortuna si possono leggere. E (tra parentesi) la cosiddetta assemblea farlocca è stata concordata quella sera.
Quanto è stato riferito da ciò che hanno riportato Loredana e Maurizio da quell’incontro – tanto per attenerci ad un principio di realtà – è davvero quello che tutte e tutti pensiamo sia giusto fare? Una risposta positiva dà vita a due prospettive politiche talmente differenti da essere alternative, impossibili da mediare. Il punto è che un presunto avvicinamento ai 5S nel Lazio è un auspicio, più che una realtà praticabile, a meno che non si voglia ulteriormente mettere in forse la costruzione di UP e rinunciare alla identità di PRC. Ma non mi limito a questo per segnalare la drammatica frattura al nostro interno.
Sorvolo sulle modalità di costruzione di UP, su cui mantengo intatte le mie perplessità già esposte nel precedente
Concludo con un racconto: Un giovane candidato di Paese Reale ha tempestato di chiamate mia nipote, sottoponendogli il documento Bevilacqua-Fabbri, e insistendo perché le firme raccolte fossero molte, perché ho Rifondazione alle calcagna, che insiste come un trapano perché gli porti firme. Rifondazione, chiede lei? Ma la segretaria del Lazio Fraleone? Lei no, fa parte della minoranza, la risposta.
In un unico momento vengo a sapere a) che il precedente segretario nazionale è cofirmatario di un documento in accordo con una persona diciamo “bizzarra”, (che ha chiamato allo scioglimento dei partiti in UP, ad esempio, urbi et orbi su FB, senza avere concordato tale annuncio con alcuno), come spesso è Bevilacqua. Domandarsi su mandato di chi, di quale incontro, organo ecc. non è domanda peregrina, nel momento in cui si sta (parrebbe così) lavorando per costruire una faticosa convergenza in UP 2) che esiste una minoranza (rispetto a cosa) 3) che la conseguente maggioranza presenta (senza evidentemente averlo negoziato in alcuna sede) un documento quale quello in questione. Non un minimo di riflessione sui riflessi sulle compagne e compagni cui giungono input schizofrenici.
Non ho fatto che qualche esempio del motivo per cui - pur avendo già parlato al CPN – condivido l’imbarazzo di Maria Rosaria di Salerno, che ha parlato ieri. E il sempre crescente dispiacere che forse questa non è la mia casa. Fuori c’è la guerra. La Repubblica sta per essere frammentata, con la conseguenza divaricazione di diritti garantiti a base territoriale (ricordate il presidio del 21!), con aumento di diseguaglianze e privatizzazioni. L’emergenza ambientale è planetaria. Le diseguaglianze crescono. Non concludo con un ….E noi stiamo celebrando il nostro particolare Festen. Al contrario, penso che troppo si sia atteso, da quel carteggio che esprimeva chiaramente la nostra divaricazione già da questa estate. E che se non riusciamo a ricomporre – con responsabilità e intenzione – facendo passi indietro là dove vanno fatti, sottraendosi alla logica del conflitto sotterraneo (battute, frecciate, insulti, pratiche) per ragionare in etimologica “compagnitudine”, con autocritica, senza pre-giudizi? Se non facciamo questo, se non ci dedichiamo con serietà e lealtà alla conferenza di organizzazione, questa rischia di diventare una casa disabitata e diroccata e con lei UP.
Infine: rivendico la capacità di formarmi un’opinione e lo faccio anche a nome di quanti e quante hanno espresso un dissenso. Più facile restituire l’immagine di un manipolo di acefali sedotti dalle note di un pifferaio magico.