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CPN 15-16 ottobre 2022
Roberto Villani
Ci sono tante cose di cui dovremmo parlare in questo CPN: La nascita del primo
governo postfascista dopo la liberazione del ‘45, l’elezione di Fontana e La
Russa come presidenti di camera e senato, il ruolo svolto da M5S ed SI in queste
elezioni, la guerra e l’escalation prodotta dalla NATO, la classe lavoratrice
massacrata dai salari bassi, dalle bollette, dalla precarietà, dall’impoverimento
dello stato sociale…
Il poco tempo a disposizione mi consente però di concentrare l’intervento solo
sui punti centrali in discussione: Unione Popolare ed il ruolo del PRC nella
sua costruzione.
Nonostante il risultato elettorale UP è infatti un progetto fondamentale per
riaggregare la sinistra di classe in contrapposizione al centrosinistra. Non
potevamo far di più in poche settimane.
A chi già mette in discussione questo percorso di riaggregazione dico che non
si può cambiar pelle un'altra volta, ma va definita forma e funzionamento di
UP continuando a presentarci così nelle future tornate elettorali.
Bisogna però ragionare sugli errori che rendono Unione Popolare ancora lontana
dall'essere la soggettività di cui c’è bisogno.
UP non può essere il partito personale di De Magistris, che ne decide linea
e regole, ma deve diventare una soggettività in cui tutti i compagni/e possano
decidere.
La nostra proposta deve esser quella di far nascere coordinamenti di UP in ogni
territorio dando finalmente la parola ai militanti.
Giusta la revisione del simbolo di cui si sta discutendo, senza il nome del
portavoce, ma sarebbe utile inserire riferimenti “di classe” più evidenti.
Rimane il fatto che oggi la costruzione di UP ha per noi un valore strategico.
In queste elezioni sono anche emersi chiaramente i punti di forza e debolezza
del PRC.
PRC che si è dimostrato forte per l'eccezionale disponibilità dei militanti,
che in poche settimane hanno raccolto le firme ed hanno duramente lavorato in
campagna elettorale, ma che ha mostrato debolezza in merito al codismo (su liste,
programma, simbolo, visibilità) avuto nei confronti delle altre realtà che compongono
UP, De Magistris in primis.
Un codismo forse figlio delle modalità di gestione interna, con gli organismi
sostanzialmente congelati, le informazioni che non arrivavano neanche a noi
della DN, un gruppo di contatto con UP da definire più chiaramente e coi compagni
di base usati solo per fare bassa manovalanza. Certamente c’erano decisioni
da prendere in fretta, ma non si possono mortificare i compagni così.
Dunque, impegniamoci nel progetto di UP, ma miglioriamone i meccanismi di democrazia
interna, il programma, il simbolo e coinvolgiamo altre soggettività alternative
al centrosinistra.
Mettiamoci subito al lavoro per una campagna di massa su lavoro e bollette
e per una grande manifestazione contro guerra e NATO.
Infine, rivediamo il nostro funzionamento, perché molto non ha funzionato. In
questo senso deve essere messa subito in calendario la conferenza di organizzazione,
per migliorare e rinnovare il funzionamento del PRC.
E’ un lavoro che non può essere rimandato. Costruire UP, riorganizzare il PRC.