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CPN 15-16 ottobre 2022
Raffaele Tecce
La relazione di Acerbo contiene un' analisi articolata (in gran parte condivisibile, cui aggiungerò un punto ) ed una chiara affermazione che Rifondazione non si scioglie, affermazione, però, mi si perdoni, ancora indeterminata. Mi concentro su questa indeterminatezza, cogliendo molti spunti interessanti del buon dibattito di questo CPN :
La sconfitta nostra è stata gravissima
Importanza del ringraziamento a tutte/i le/i compagne/i del PRC per lo sforzo generoso nella raccolta firme e nella campagna elettorale.
Il problema principale è quello di evitare di trasformare UP, che è un ' alleanza elettorale , in un nuovo soggetto politico formalizzato organizzativamente .Sarebbe, infatti, una scelta perdente e sbagliata se vogliamo il rilancio del PRC SE come soggetto autonomo per l' oggi e per il domani.
Ritengo che il merito di UP è stato quello di aver realizzato una prima aggregazione delle forze antiliberiste e perciò si deve procedere in modo paritario, senza prevedere nessuna fusione anche futura e, soprattutto, nessun tesseramento e nessun gruppo dirigente basato sul principio di maggioranza (al massimo un coordinamento nazionale paritario che può decidere solo all' unanimità ). Quindi, a maggior ragione, nessun coordinamento formalizzato a livello locale, se non incontri convocati volta per volta per decidere iniziative di movimento e di lotta solo se decise unanimemente.
Solo così è possibile l' allargamento ad altre forze sociali ed interlocuzione con SI e 5 stelle e soprattutto apertura ai cattolici (Avvenire, Acli ecc. ) con cui dobbiamo implementare la costruzione di un movimento di massa per la pace e la TRATTATIVA, senza se e senza ma, a partire dalla manifestazione del 5 novembre.
Rispetto all' analisi vorrei evidenziare il tema del rischio della modifica della Costituzione in senso presidenzialista; l' elezione di La Russa alla Presidenza del Senato (la seconda carica dello Stato ad un fascista dichiarato ) e di Fontana alla Camera aggrava la situazione. Particolarmente grave il ruolo giocato da Renzi, come esponente dell' ultraliberismo dei ceti forti ; il problema non è infatti, a mio avviso,la trattativa per le vice presidenze, ma la volontà di creare un asse con la destra sul presidenzialismo evocando una riforma che si ispira al " Sindaco d' Italia" ,un modello che esautotererebbe il Parlamento rispetto al Presidente del Consiglio, come ha già esautorato i Consigli Comunali.
Perciò attenti anche noi a parlare di Sindaco d' Italia - come ha fatto superficialmente in campagna elettorale de Magistris -e che ora non può essere taciuto.
Peraltro la stessa legge 81/93 sui Sindaci va analizzata - come ho iniziato a fare nell' ultimo numero della rivista "Su la Testa "- perchè porta all' emarginazione del dissenso: come facemmo in Parlamento in quegli anni va allora rilanciata anche per i Comuni una battaggia conrto questa legge e per una legislazione nazionale e comunale basata sul proporzionale puro senza sbarramenti.
Il PRC SE nella sua storia ha subito parecchie scissioni, piccole e più significative, sempère sul tema del governo, come ci ricorda spesso il compagno Mantovani .
Nel 1998 il PRC SE fece cadere il primo governo Prodi per difendere il lavoro operaio e le conquiste dei lavoratori.
La scissione voluta da Cossutta e Diliberto, ed il voto di quei parlamentari in dissenso con la maggioranza del nostro CPN, peraltro non salvò il Governo Prodi. Pur pagando un prezzo nell' immediato sin dalle elezioni del 2001 abbiamo ricostruito la nostra forza con la coraggiosa scelta della desistenza.La strada che seguimmo fu quella di costruire mobilitazione e prepararsi all' internità al movimento altermondialista da Seattle a Porto Alegre ecc. .
Allora come ora Rifondazione Comunista può resistere come soggetto autonomo aprendosi e rinnovandosi