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CPN 15-16 ottobre 2022

Roberto Musacchio

Come già ho fatto in direzione parto dal nuovo contesto europeo in cui si collocano il voto italiano e la nostra prospettiva. Rispetto a qualche giorno fa dobbiamo segnalare due nuovi passi delle istituzioni UE ed europee verso l'escalation. Il primo è fatto dal Consiglio di Europa che è una struttura europea allargata. Ebbene ha appena approvato un testo col 99% di sì che contiene la definizione di Russia come Stato terrorista. Ebbene questa definizione che va ben aldilà delle condanne per le azioni militari è ripresa da quegli elenchi made in USA che servono a motivare pratiche di isolamento e distruzione dei "Paesi canaglia". Su questa scia arriva a breve giro di posta il preannuncio di una nuova risoluzione del Parlamento europeo, su iniziativa del gruppo parlamentare di Meloni e del partito di governo polacco entrambi oggi alfieri dell'Atlantismo, che anch'essa definisce la Russia sponsor del terrorismo. Questa collocazione oltranzista della UE va di pari passo con la crescita di peso ed influenza delle destre radicali filo atlantiche ormai componenti della maggioranza della governance UE. E di quei Paesi come la Polonia che stanno passando dal ruolo di reprobi a quello di avanguardie. Si vedono gli effetti di un percorso trentennale di "relazione" tra imperialismo USA e sub imperialismi made in UE. Col primo che muove la NATO per allargarsi e i secondi che cercano di trarne frutti di allargamento di aree di influenza. È il modello Jugoslavia che portò alla dissoluzione di quella realtà interetnica a favore di Stati nazionalistici. Ed è il modello del dopo '89 col tradimento di tutti gli impegni presi con Gorbaciov. Per altro per trent'anni questi imperialismi e sub hanno condiviso, e tutt'ora condividono, l'impero finanziario globalizzato. Di cui fa parte anche la Russia putiniana considerata per lungo tempo amica. C'è dunque una situazione che assomiglia a quella del 1914 ma con le bombe atomiche e la finanza globale. Più che mai occorre un punto di vista e una nuova forza dei dominati contro i dominanti. Il pacifismo ne è componente decisiva. E quindi la manifestazione del 5 novembre è importantissima perché pone il discrimine di fondo della trattativa contro la guerra ad oltranza e per la vittoria. Legato alla questione economica e sociale. Qui la Francia indica le potenzialità di una vasta mobilitazione sociale. Io credo che pratiche come i movimenti contro le bollette siano importanti. Ma che occorra fare di tutto perché si arrivi a ciò che è indispensabile e cioè uno sciopero generale e una piattaforma che chieda misure strutturali contro il carovita. In Francia Nupes è motore della mobilitazione. A conferma che l'intuizione di UP che ne trae ispirazione è valida. Va perseguita costruendola nella lotta sociale e contro la guerra. Con la giusta dimensione europea visto anche che le prossime scadenze elettorali saranno le elezioni europee. E nella opposizione al nuovo governo. Che nascerà tra molte contraddizioni. Come molte contraddizioni avranno le opposizioni parlamentare. Basti pensare al neo atlantismo che lega Meloni, Letta e i Verdi europei (in particolare i grunen tedeschi). Bisogna fare i conti veramente con la sconfitta del 2008 e l'esaurirsi della resistenza ex Pci e del lungo '68. Evitando scorciatoie non proficue che si dividono sul consegnare ai Cinquestelle o al PD la leadership della rifondazione confluendo nel terreno della subalternità. Ma per farlo non aiutano identitarismi residuali ma la capacità di rilanciare la Rifondazione nel nuovo contesto che avevamo per altro previsto senza riuscire ad impedirlo.

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