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CPN 15-16 ottobre 2022

Rosario Marra

Sono d’accordo su alcuni aspetti della relazione di Maurizio, ciò, ovviamente, vuol dire che su altri non lo sono.
In particolare, è sicuramente vero quanto diceva il Segretario rispetto all’esperienza di “Rivoluzione Civile” dove abbiamo fatto dei comunicati molto simili a quelli che stiamo facendo ora e, purtroppo, questa affermazione, proprio per la sua rispondenza alla realtà, mi preoccupa molto perché si tratta di film già visti.
In altri termini, abbiamo ripetuto, in situazioni diverse, i medesimi errori e non si può ricorrere ancora una volta, al “giustificazionismo” che è sempre più insufficiente (ad esempio “abbiamo avuto poco tempo a causa dell’anticipazione della scadenza elettorale”, “il simbolo non era conosciuto”, ecc.).

Pertanto, mi sarei aspettato un maggior spirito autocritico da parte del gruppo dirigente e, sotto questo aspetto, il documento approvato di recente dalla Direzione Nazionale è assolutamente deficitario.
Ora, anche per la mia provenienza dalla federazione napoletana, vorrei brevemente soffermarmi sul significato del voto al Meridione:
in esso ci sono due aspetti, il primo, prevalentemente elettorale, che “fotografa” il risultato dove spicca la buona affermazione del Movimento 5 Stelle, il secondo, prevalentemente politico, che vede la destra tradizionale non riscuotere il successo avuto in altre parti del Paese e, in particolare, il tonfo registratosi a Napoli con la battuta d’arresto di Fratelli d’Italia e il forte ridimensionamento della Lega.

Tra questi due aspetti noi comunisti – che, com’è noto. non siamo un Istituto demoscopico – dobbiamo privilegiare il secondo (quello dell’insuccesso della destra) sia perché non possiamo contribuire a gonfiare il risultato dei 5 Stelle e sia perché è proprio il Sud del Paese, dove è più grave la situazione socio-economica, il potenziale baricentro dell’opposizione sociale e politica.
Tuttavia per fare ciò, da un lato, dobbiamo colmare le grosse insufficienze del Partito proprio in larga parte del Meridione, dall’altro, si tratta di abbandonare con urgenza quella facciata troppo in “doppio petto” che De Magistris ha dato ad Unione Popolare nelle sue uscite televisive affermando più volte che si ritiene un “uomo delle istituzioni” e che ha dimostrato “capacità di governo” come ex-Sindaco, a noi, invece, interessa il De Magistris che ha “scassato” a Napoli o quello che ha fatto il “Sindaco di strada” perché la crescente gravità della situazione sociale può porci difronte a sempre più frequenti episodi di rivolta dove noi dobbiamo cercare di essere presenti altrimenti lo faranno altri e con intenti ben diversi dai nostri.

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