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CPN 15-16 ottobre 2022

Ramon Mantovani

Se all’inizio della campagna elettorale i 5 Stelle e SI-V avessero accettato la nostra proposta di una coalizione, su pochi punti programmatici comuni alternativa al PD si sarebbe pienamente realizzato l’obiettivo che perseguiamo da molti anni. La somma delle tre forze sarebbe stata certamente superiore perché avrebbe pescato fra gli astenuti e avrebbe conteso al PD il ruolo di seconda forza.
Tutto questo avrebbe potuto funzionare perché compatibile con la logica del sistema elettorale vigente.

Non è stato così perché i 5 Stelle non avrebbero avuto il monopolio di forza “alternativa” e non avrebbero potuto continuare ad essere una forza ambigua, alternativa a parole e consociativa nei fatti. Non è stato così perché SI e Verdi sono forze totalmente interne al sistema bipolare con il ruolo di incalzare e condizionare il PD cose secondarie ma mai su nessuna questione decisiva come la politica economica liberista e la politica estera atlantica.
Se i 5 Stelle e SI-V hanno avuto buoni risultati è perché sono stati interni alla dialettica incentivata dal sistema elettorale e dai mass media.

Noi, al contrario, semplicemente siamo stati ancora una volta fuori dai giochi e dalla logica con la quale il 95 per cento dei votanti e il 100 per cento degli astenuti ragiona per scegliere se e cosa votare.
Non capire questo e cercare in errori, ritardi, efficacia dei simboli e delle persone ecc, e cioè in cose del tutto secondarie ed ininfluenti sui voti non è solo inutile, é una fuga dalla dura realtà difficile da digerire. Per una forza antagonista come noi, che cerca di rappresentare interessi ed obiettivi di lotta in una società nella quale i conflitti sono minoritari, isolati e divisi, e nella quale la cittadinanza concepisce la politica così come il sistema l’ha ridotta, e cioè come contesa litigiosa e rumorosa per la conquista del governo, dentro il rispetto religioso delle compatibilità del sistema liberista globale, è impossibile riconquistare una presenza istituzionale.

Come del resto succede in numerosi paesi dove il bipartitismo la fa da padrone da sempre. Da anni, anzi da decenni, denunciamo l’americanizzazione della politica italiana ma sembra che non ci si voglia rendere conto di quanto sia avanzata.
Bisogna assumere in pieno la consapevolezza che le condizioni per entrare nelle istituzioni ottenendo consensi sulla base della rappresentanza di istanze di classe e di interessi di parti consistenti del popolo non ci sono più. Non ci sono scorciatoie, miracoli leaderistici o comunicativi che possano ripristinare la democrazia progressiva prevista dalla costituzione.

L’unica cosa che può rompere il sistema del bipolarismo, come in Spagna e Francia, è il conflitto sociale fatto di grandi movimenti di massa e l’aggregazione su contenuti antagonisti e intersezionali di un grande movimento politico sociale. Entrambe cose che solo il PRC ha chiare in testa e alle quali dovrebbe lavorare senza perdere tempo ed energie in suicide lotte intestine.

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