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CPN 15-16 ottobre 2022

Antonello Patta

Nel dibattito di questo Cpn in relazione ai risultati del voto in generale e di Up in particolare riemergono le carenze strutturali del Prc e i gravi ritardi dei gruppi dirigenti nell’affrontarle. Mi riferisco alla composizione degli iscritti fortemente caratterizzata sul piano del genere e generazionale e al connesso scarso insediamento sociale del partito.

Problemi molto gravi che lo diventano sempre più per il grande tempo alle nostre spalle senza un inversione di tendenza e per il tempo davanti sempre più scarso.
Da ciò la richiesta della conferenza d’organizzazione a cui si è sempre risposto rinviando e tacciando di drammatizzare chi poneva i problemi o richiamando impegni del momento ritenuti più urgenti.

Un compagno ne ha indicato la causa nella gerontocrazia presente nel gruppo dirigente dimenticando di dire che da due anni diversi componenti della segreteria compreso il sottoscritto pongono con urgenza il problema del ricambio generazionale della segreteria a partire da sé. Nel risultato di Up secondo qualche compagno non c’entrano i ritardi perché è sarebbe la mancanza dei conflitti a impedire l’affermazione di una proposta alternativa.
Non solo non si coglie che c’è una responsabilità soggettiva nell’essere arrivati ancora una volta in ritardo alla scadenza elettorale, nonostante le pressanti insistenze a riguardo avanzate da diversi componenti nella segreteria nazionale, ma nemmeno che ciò ci ha impedito di cogliere il momento della crisi di collocazione politica dei 5 Stelle e di Si emersa con forza nei mesi precedenti e superata solo nell’avvio della campagna elettorale, chiudendo degli spazi preziosi.

Il confidare da parte di molt* sul peso determinante di De Magistris per il conseguimento del risultato elettorale, un altro segno del politicismo che alberga nel partito, si è rivelato infondato: non solo non si è raggiunto il 3%, ma nemmeno un risultato che segnando un avanzamento significativo rispetto a Pap desse uno slancio importante per il futuro del progetto.
Ora mi pare ampiamente condivisa la necessità che Up vada avanti; naturalmente vanno superati i limiti di personalizzazione e l’accentramento delle decisioni. Va altresì rifiutata l’idea di farne un partito, esattamente l’opposto di quanto necessario per il suo allargamento che richiede piuttosto un carattere di movimento.

In questo senso penso che la diffusione e la crescita delle assemblee territoriali debbano essere considerate le priorità del nostro impegno sulla base dell’avvio di una forte caratterizzazione dell’iniziativa politica di UP sui temi della lotta contro la guerra, le sanzioni e l’invio di armi, per la riduzione delle bollette, contro il carovita, per i salari, il lavoro e i diritti.

La dimensione di questi compiti è tale da richiedere il rafforzamento di rifondazione Comunista insieme a una grande chiarezza, su cui siamo di nuovo in ritardo, sulla definizione dei compiti e delle forme di UP e su come far coesistere i tre livelli d’impegno della prossima fase: l’allargamento e il consenso intorno a UP, il rafforzamento del Prc e il radicamento sociale. Una sfida difficilissima per cui la Conferenza d’organizzazione è chiamata a discutere in modo approfondito.

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