Partecipa e contribuisci all'attività di Rifondazione Comunista con 10 euro al mese. Compila questo modulo SEPA/RID online. Grazie
CPN 15-16 ottobre 2022
Fulvia Bilanceri
Compagne e compagni,
l’ultima tornata elettorale ci consegna una sconfitta senza appello, fortissima
e incondizionata; oltre ad un quadro politico davvero allarmante: a 100 anni
dalla marcia su Roma c’era ancora la fiamma tricolore ma non la falce e martello.
E i simboli sono importanti perché indicano una idea di società.
Credo che pecchiamo di analisi e superficialità.
I fatti politici che siamo riusciti a provocare sono cogenti sconfitte e non
sarà facile uscire da questo “cul de sac”. Tanto meno riuscire a spostare la
politica e la società in Italia. Servirà tempo anche se non ne abbiamo.
E’ proprio questa tragedia che ci consegna una grossa responsabilità perché
c’è ancora più bisogno di Rifondazione con le nostre idee e convinzioni politiche.
A mio avviso l’esperienza di UP non è stata analizzata a fondo in questo CPN.
Mi aspettavo una disamina più articolata dei limiti e delle difficoltà incontrate,
del radicamento sui territori e di come si siano avute o meno collaborazioni
interessanti, come e se si è riusciti territorio per territorio a lavorare.
E invece tutte le criticità emerse nei mesi scorsi, sembrano passate o cancellate
e si ripropone di andare avanti ma senza definire come né risolvere i problemi
emersi.
Mi preoccupa in particolare il fatto che UP sia stata una operazione di vertice,
dettata dalla circostanza dell’accelerazione data dalla scadenza elettorale
e che, come molti hanno detto, non abbia affatto reso ragione dell’impegno e
della straordinaria forza che i compagni e le compagne del Prc hanno saputo
dimostrare con la raccolta delle firme e la generosità con cui si sono accettate
le candidature, talvolta stabilite con superficialità.
Dunque credo che il CPN avrebbe dovuto discutere e dare risposte e indirizzi,
non solo analisi o ripetizioni di sfoghi. Era necessario per fare i conti con
le contraddizioni emerse di UP e affrontare la separatezza tra vertici e territori
che viviamo e che, a mio avviso, ci ha creato molti danni.
Il CPN dovrebbe essere l’organo sovrano del partito per decidere ma anche verificare
la linea politica, avendo coinvolto tutto il partito (qui rappresentato) nella
sua elaborazione. Altrimenti non mi pare lecito chiedere una delega (di fatto
in bianco).
C’è da aggiungere che un corpo militante che si senta non coinvolto, squalificato
o peggio, usato, abbandona la partecipazione e quindi rischiamo la consunzione
come partito. Di questo avrei voluto discutere.
Credo che sia quanto mai necessario concentrare i nostri sforzi sulla valorizzazione
e il rilancio del PRC a partire da pratiche di democrazia interna diverse dalle
attuali. Ciò per essere credibili e non subalterni nei rapporti con altri soggetti
politici e sociali con cui dobbiamo costruire lavoro politico. E’ indispensabile
per mantenere la nostra necessaria autonomia politica e organizzativa.