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CPN 15-16 ottobre 2022

Tonia Guerra

Il risultato elettorale va ad aggiungersi ad una lunga sequenza di insuccessi. Non possiamo sottovalutare la portata e le conseguenze di questa ennesima sconfitta.
Non credo si potesse fare di più, per le condizioni oggettive (la scarsità del tempo, la legge elettorale che non contempla un voto pienamente libero e uguale, il richiamo al voto utile, l’oscuramento mediatico della lista) ma anche per condizioni e responsabilità soggettive, per come ci siamo arrivati.
Davanti a noi c’è un doppio impegno: la costruzione di Unione Popolare e la ricostruzione di Rifondazione Comunista. Può essere una sfida avvincente, se la affrontiamo riconoscendo limiti e debolezze, attraversando passaggi tutt’altro che facili.

UNIONE POPOLARE

Per ora è una lista elettorale, una promessa, una sfida. Per noi è un dovere politico: in gioco c’è buona parte della nostra credibilità, l’impegno verso le 400.000 persone che ci hanno votato, i molti e molte che non ci hanno votato ma guardano a noi con sincero interesse; verso noi stessi.
Il tema è il come.

Una lista fatta necessariamente in fretta, costruita con qualche strattonamento: simbolo, nome, le candidature, il programma non hanno avuto il percorso che si sarebbe auspicato, così come noi stessi ci siamo trovati a bypassare i passaggi democratici al nostro interno.
Non può essere questa la cifra del modo di funzionare, di Unione popolare e di Rifondazione Comunista.
Va giocato un nostro ruolo propositivo, di elaborazione e ricerca comune, in un processo tutto da costruire, da sperimentare, con modalità aperte e forse inedite.
Nella relazione del segretario, nella discussione in segreteria non è abbozzata una nostra idea, da porre alla discussione collettiva. Federazione? Confederazione? Coordinamento? Laboratorio aperto? Che struttura si dà? Quali priorità? Quali modalità di assunzione delle scelte? Come conciliare la visione generale e le esperienze locali? Quale il peso dei territori? Come si affronta il tema della leadership, evitando una deriva personalistica e populista?

Arrivarci senza un’autonoma capacità di proposta porta o ad un ruolo gregario oppure al rischio di rottura.

RIFONDAZIONE COMUNISTA

Sarà necessario individuare la sfera delle forme aperte e unitarie e quella autonoma di partito, evitando sovrapposizioni irragionevoli, sovraccarico di fatica e dispersione di energie.
La Conferenza di Organizzazione dovrebbe affrontare questo punto: non è un appuntamento di routine.
Da tempo sono fra coloro che denunciando un ritmo lento, la scarsa rispondenza fra le decisioni assunte e la loro realizzazione, le occasioni mancate, la necessità di un rapporto efficace con i territori, il deficit di direzione politica.

Non ho condiviso il silenzio di questi giorni, il non aver convocato immediatamente dopo le elezioni gli organismi dirigenti.
Parallelamente a questo deficit di confronto, si svolgono da tempo ricostruzioni delle posizioni interne che intossicano la normale dialettica.
La rarefazione del livello democratico lascia un vuoto che viene occupato da un attivismo laterale che dipinge ogni voce critica come complotto.
L’effetto è paralizzante.
La posta in gioco è la tenuta di Rifondazione.
Per evitare di smarrirci per strada, è necessaria quella che abbiamo definito “rigenerazione”, uno sforzo eccezionale per un rinnovamento profondo di pratiche, di tempi, di ruoli, anche generazionale.

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