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CPN 15-16 ottobre 2022
Frank Ferlisi
La nostra sconfitta del 25 settembre è stata netta e denuncia la nostra irrilevanza nel teatro della politica nazionale. Era anche prevedibile. Non si fanno fusioni, alleanze a freddo per meri fini elettorali specie in assenza di movimenti di massa che impongano a tutte le forze politiche la loro agenda.
Vi sono ragioni strutturali e contingenti alla base di questa batosta. Vediamo le prime. Sulle seconde saremo tutte e tutti d’accordo.
Noi siamo senza popolo che non ci riconosce, che ci giudica irrilevanti, non utili, incapaci di rappresentare i loro bisogni e le loro speranze.
Questo perché camminiamo su un terreno affatto diverso dal loro in quanto siamo affetti da ideologismo, parliamo un linguaggio diverso, quando lottano spesso siamo lontani e, se siamo presenti, lo siamo per mera solidarietà e testimonianza, ma incapaci di indicare obiettivi, strade da percorrere, mezzi da usare. Siamo là e basta. Ma non basta. Abbiamo una cultura politica minoritaria che non si pone con autorevolezza la questione del governo del paese, della sua trasformazione, che possa porre all’ordine del giorno di fermare il declino economico, sociale, culturale, morale del paese e invertire la tendenza verso un nuovo futuro. E invece deve essere questa la forma e l’identità che dobbiamo assumere. Le lavoratrici e i lavoratori devono vedere in noi un messaggio forte di speranza di cambiamento, non astratto, ma che parta dalle sofferenze odierne con la volontà di superarle attraverso la lotta e l’elaborazione di proposte concrete che indichino un futuro per il quale valga la pena impegnarsi e lottare.
Unione Popolare. Per me è una perdita di tempo e d energie dove dovremo scontrarci con culture politiche più minoritarie ed estremistiche della nostra. A mio parere, scioglierci dentro questo soggetto significa mettere una pietra tombale sulla storia del movimento operaio italiano per un lungo periodo storico.
Abbiamo altro da fare ed è, a mio modesto parere, quello che ho indicato sopra. Trasformarci per essere in grado di essere l’avanguardia della trasformazione radicale del paese e salvarlo dalla barbarie che avanza.