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CPN 15-16 ottobre 2022
Fausto Cristofari
Inizio il mio intervento dicendo che ieri a Torino si è svolta una manifestazione per la pace, con centinaia di partecipanti, indetta sulla base dell’appello lanciato da circa 600 insegnanti delle scuole superiori. Questo appello di lavoratori e lavoratrici della Scuola ha determinato una presenza superiore rispetto alle iniziative per la Pace che hanno seguito la prima, svoltasi a ridosso del 24 febbraio, l’unica che aveva registrato una presenza significativa. E’ il segno delle difficoltà che si incontrano nella costruzione dei movimenti. Sarebbe utile, a tale proposito, mettere in circolo le esperienze, per capire, come PRC (e UP) possano agire con efficacia in tal senso. Per ciò che riguarda UP, a Torino si è svolto un primo incontro con candidat* e sostenitori/sostenitrici, dove sono stat* soprattutto alcun* candidat* indipendenti a sostenere (anche se non in termini immediati) la trasformazione di UP in un vero e proprio soggetto politico, probabilmente inteso come antidoto al dissolvimento dell’esperienza.
A queste spinte occorre dare una risposta, non certo nei termini della costituzione di un nuovo partitino, ma dando continuità al progetto di UP, con regole democratiche di funzionamento, basate sul principio del consenso. UP dovrà darsi una articolazione, allargata ai vari soggetti che l’hanno fin qui sostenuta, sia a livello nazionale che a livello locale. E’ importante cogliere il clima che si è determinato, che non si è tradotto, malgrado l’esito elettorale negativo, in un “effetto boomerang” da insuccesso. La nostra Conferenza di Organizzazione, senza distogliersi dall’obbiettivo della riorganizzazione e del rilancio del PRC, dovrà occuparsi anche del tema di come strutturare la nostra presenza all’interno del progetto di UP.
Dovremo prestare attenzione al voto raccolto da Sinistra Italiana/Verdi e dal M5S, nonché alla crisi che attraversa il PD; ciò sarà possibile proprio sulla base della nostra scelta di chiara alternatività a centro-destra e centro-sinistra. Altro tema centrale è quello del Sindacato: dalla costruzione dello sciopero dei Sindacati di base del 2 dicembre (superando la loro frammentazione) all’iniziativa verso e nella CGIL, a partire dal ribadire la nostra posizione sull’autonomia sindacale, sia nel sostegno al documento alternativo (non ignorandone i limiti, poiché non è sufficiente sostenere le “tesi giuste”), sia con una maggiore caratterizzazione da parte di chi fra noi voterà il documento di maggioranza (ad esempio circa la necessità di operare concretamente verso lo sciopero generale). In conclusione, penso che dovremo saperci mettere in discussione, rinsaldando nel contempo la nostra coesione: più che un problema di cambio dei dirigenti c’è un problema di rinnovamento complessivo del nostro partito.