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CPN 15-16 ottobre 2022
Giovanni Barbera
La crescita dell’astensionismo e la volatilità del voto sono fenomeni che testimoniano la crisi di egemonia delle nostre classi dirigenti. Una situazione che, insieme al peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro determinate dalla pandemia e dalla crisi energetica, rischia di creare scenari inquietanti, non dissimili da quelli già vissuti un secolo fa con l’affermazione del fascismo. Certo la Storia non si ripete mai nelle stesse forme, ma la gravità della situazione sociale ed economica che stiamo vivendo rappresenta oggettivamente un rischio che non possiamo sottovalutare.
Purtroppo il risultato di UP è stato ben al di sotto delle nostre aspettative, ma non può essere giustificato solo con la scarsa visibilità sui media o il ritardo con cui è nata la nostra lista, visto che sono gli stessi problemi di sempre. La verità è che scontiamo un deficit di credibilità politica che non si riconquista solo con la costruzione di liste unitarie della sinistra radicale o facendosi rappresentare da volti noti. E’ evidente che il nostro voto sia stato assorbito dalle altre liste a sinistra del PD. Ora il problema è capire come procedere rispetto all’obiettivo strategico della costruzione di un polo dell’alternativa. UP, nella sua configurazione attuale, non può rappresentare la realizzazione di tale obiettivo, visto che tale alleanza coinvolge solo i soggetti politici più vicini a noi, ma con uno scarso peso nella società.
Considerata la drammatica situazione nel Paese e nel mondo, destinata peraltro a peggiorare nei prossimi mesi, abbiamo il dovere politico di offrire ai soggetti sociali a cui ci rivolgiamo una prospettiva politica in grado di incidere realmente nei rapporti di forza tra le classi. Per questo motivo va aperta un’interlocuzione con tutte quelle realtà che oggi si collocano contro la guerra e contro quelle politiche liberiste che hanno determinato un impoverimento senza precedenti del nostro Paese.
Tra queste realtà ci sono sicuramente SI, Verdi e M5S che, nonostante le loro ambiguità e contraddizioni, condividono tali priorità. Queste forze vanno sfidate su tale terreno per favorire un loro riposizionamento che le svincoli definitivamente dalla gabbia del PD. Per fare ciò è necessario interagire con quella parte dei loro gruppi dirigenti che lavorano in questa direzione. Non è un esito scontato, ma va perseguito con intelligenzapolitica, cercando di evitare chiusure settarie che ci confinerebbero in una posizione marginale nella società.
Stessa operazione va condotta nei confronti delle organizzazioni sociali di massa come la Cgil, l’Arci e altre. In quest’ottica è giusto conservare e allargare UP, mantenendo però il suo carattere di alleanza tra soggetti autonomi. Il tentativo di andare a una stretta organizzativa per trasformare tale alleanza in un soggetto politico, sovrapposto o addirittura in competizione al nostro, rappresenterebbe solo un ostacolo alla costruzione di un polo della sinistra di alternativa su basi di massa.