Partito della Rifondazione Comunista
Comitato Politico Nazionale 27 e 28 ottobre 2018

Documento respinto

In Italia si sta rafforzando un blocco politico che risponde alla crisi con autoritarismo e razzismo senza discostarsi dalle politiche neoliberiste che l’hanno prodotta. Il Governo Lega-Cinque Stelle ha un ampio consenso popolare e il blocco politico irreggimenta un blocco sociale. Le culture politiche che sono al governo contribuiscono a rendere senso comune razzismo e xenofobia, consolidandosi ulteriormente. Il Governo italiano – nell’unione tra gli slogan “governo del popolo” e “Prima gli Italiani” diventa così punto di riferimento per i populismi di destra di tutta Europa. E’ urgente, dunque, costruire in Italia e in Europa una alternativa sia all’europeismo liberista di PPE e PSE che al rafforzarsi dei sovranismi di destra, che trattano con Ue senza metterne in discussione le politiche neoliberiste.
Occorre dunque costruire un’opposizione politica e sociale che operi sulle contraddizioni e le mistificazioni del governo giallo-verde p e punti a organizzare la rabbia di quanti subiscono la crisi fuori dalla dinamica della “guerra fra i poveri”.

Il CPN del Partito della Rifondazione Comunista ritiene strategico lavorare a una ricostruzione del blocco sociale attraverso il conflitto, il mutualismo, la costruzione di contropoteri, la battaglia per un nuovo senso comune e in discontinuità con la logica politicista dell’unità della sinistra. Il progetto di Potere al Popolo, nello spirito costituente rappresentato dal suo manifesto fondativo, è nato con questa finalità. Per questo il Prc deve continuare il suo impegno dentro Potere al Popolo affinché possa realmente rappresentare un’alternativa alla deriva reazionaria nel Paese e recuperare il suo spirito costituente. Potere al Popolo deve cioè superare la precipitazione settaria che lo ha portato ad essere uno dei partitini della sinistra d’alternativa con un’attenzione maniacale ai sondaggi ed alle tornate elettorali come indice dell’ascesa del gruppo dirigente di ex Opg e Rete dei Comunisti; deve ripristinare pratiche democratiche e di agibilità per tutti i compagni e le compagne. Infatti, da questa gestione è derivata una marginalizzazione dei territori periferici a favore delle grandi aree metropolitane, un verticismo celato dietro la parvenza di “grandi momenti di partecipazione”, una visione delle assemblee territoriali come sorta di mero terminale del gruppo dirigente nazionale. Pap, recuperando la democrazia e lo spirito del manifesto, deve rappresentare uno spazio politico in cui costruire l’alternativa alle destre e all’austerità imposta dall’Europa e in cui investire.

L’inadeguatezza della Segreteria nazionale del Partito della Rifondazione Comunista e l’ambiguità della linea politica, in base alla quale indistintamente si poteva fare, ieri il Brancaccio, oggi Pap e domani il quarto polo, hanno indebolito la battaglia politica per la piena applicazione del Manifesto fondativo. Questa iniziativa politica, che richiede una forte discontinuità nella linea e nel modo di essere del Prc, deve invece ritornare ad essere una priorità per la costruzione dell’opposizione politica di classe al governo italiano ed europeo. E proprio in chiave europea la dichiarazione di Lisbona fornisce una base di aggregazione importante di rottura da sinistra con i trattati e l’austerità.
Da questo punto di vista, consapevoli dell’importanza delle elezioni europee, riteniamo che la definizione dello scenario elettorale sia subordinato ad una chiara collocazione politica dentro una dinamica di capacità di scelta collettiva. Non si può dare vita ancora una volta ad un’aggregazione estemporanea che punti a costruire progetti elettoralistici con una bassa soglia di chiarezza politica e programmatica. Questa impostazione, spesso apparsa rassicurante, si è rilevata fallimentare e inefficace.

Non di meno è necessario un approfondimento sul ruolo della Rifondazione Comunista dentro e fuori la costruzione di Potere al Popolo al fine di studiare le nuove forme della partecipazione e attivare un processo d’innovazione reale del partito stesso.

Per tanto il CPN impegna l’intero Partito a:

  • lavorare in vista delle mobilitazioni (10 novembre, 24 novembre) convocate da “Non una di meno”, movimento che in questo momento rappresenta la più autorevole e potente alternativa al razzismo e al sessismo di governo;
  • lavorare alla piena riuscita della manifestazione del 10 novembre 2018 per la lotta alla xenofobia e al razzismo
  • promuovere con il più ampio schieramento possibile campagne sui tempi del lavoro, della riduzione d’orario, del reddito, dei diritti sociali, sulla lotta al patriarcato e sulla questione migranti;
  • aderire ufficialmente alla piattaforma Ahora el Pueblo;
  • Continuare l’azione politica in PAP presentando in tutte le assemblee, in segno di recupero dello spirito originario del progetto, il Manifesto Fondativo in contrapposizione alla sua arbitraria archiviazione ad opera della maggioranza del coordinamento nazionale provvisorio;
  • lavorare affinché le sedi e i circoli del Prc continuino a funzionare come Case del popolo, in cui si praticano organizzazione del conflitto e del mutualismo, aperte non solo a Pap e a tutte le forze anticapitaliste, ma anche ai movimenti di lotta e all’associazionismo;
  • promuovere la convocazione di un momento assembleare nazionale delle compagne e dei compagni che vogliano continuare a lavorare a partire dal manifesto fondativo di Pap;
  • lavorare alla costruzione di un attivo nazionale che discuta del ruolo del Prc rispetto alle nuove forme della politica e della comunicazione;

Firmatari:

Imma Barbarossa
Claudio Bettarello
Eleonora Forenza
Gabriele Frisa
Gabriele Gesso
Stefano Grondona
Daniele Maffione
Massimiliano Murgo
Antonio Perillo
Sandro Targetti
Arianna Ussi
Jan Vecoli
Roberto Villani
Sara Visintin
Pasquale Voza

 

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