Partito della Rifondazione Comunista
Comitato Politico Nazionale 20 - 21 dicembre 2014

ODG SU FABBRICHE MARZOTTO assunto dal Cpn del 20-21 dicembre 2014

Le vicende vergognose avvenute negli stabilimenti della Marzotto in Calabria, Campania e Veneto, al pari di molte altre in cui i procedimenti giudiziari si sono conclusi senza ottenere giustizia, legano con un filo nero di morte la penisola e sono sintomatiche della inesistente e scandalosa considerazione che nei nostri tempi si ha nel mondo del lavoro e della vita stessa dei lavoratori.
In questo quadro desolante, in cui, come avvenuto durante il processo di Paola sulla Marlane di Praia a Mare, è possibile che oltre cento vite distrutte e cancellate dai veleni utilizzati nei processi di lavorazione, dall’assoluta mancanza di tutela delle operaie e degli operai e dall’inquinamento prodotto dall’interramento abusivo di sostanze altamente tossiche, si possano sostanzialmente ed arrogantemente “comprare”, in tempi di crisi devastante, a prezzo di mercato – 30.000 euro l’una, secondo quanto spuntato dalla macabra trattativa messa in campo dai padroni Marzotto e dai loro legali – “con un’elemosina indiana alla Bhopal”, come ha scritto l’antropologo Mauro Minervini.

Per questo il Comitato Politico del Partito della Rifondazione Comunista, nella speranza che nel prosieguo del percorso giudiziario si possa ribaltare la deplorevole sentenza assolutoria emessa venerdì 19 dicembre dai giudici del tribunale di Paola, non può fare a meno di rimarcare il ruolo determinante di copertura dei padroni e di collusione che nel corso degli anni hanno avuto rappresentanti di organizzazioni sindacali, di partiti, di enti di controllo e di istituzioni locali; nello stesso tempo, sente la necessità di ringraziare i meritori comitati, le organizzazioni sindacali, le associazioni nazionali e quanti in questi anni si sono battuti per ottenere verità e giustizia.

Per questo il Cpn impegna il partito a tutti i livelli a disvelare e a combattere quella concezione che nel corso di questi ultimi anni è diventata palese a tutti – per giunta veicolata da una legislazione continua che ha visto i governi degli ultimi anni e, soprattutto, quello in carica, pervicacemente impegnati a distruggere e frantumare i diritti dei lavoratori – che nel corso del procedimento di Paola è stata definita la “non rara coesistenza tra il bene e il male, tra, nello specifico, un’occupazione che dà e ha dato sostegno a quelle famiglie, ma che nello stesso tempo ha nascosto rischi e ha generato anche dolore”.
Ce lo chiede la nostra coscienza ed il nostro impegno politico, ma ce lo chiede con forza la nostra determinazione nel non volere che si cancelli la dignità ed il ricordo di innumerevoli vite di lavoratori e di lavoratrici diventate troppo spesso solo effetti collaterali dello sviluppo e vittime inermi immediatamente dimenticate.

Giuseppe Scarpelli, Lucio Cortese, Rosa Rinaldi

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