Partito della Rifondazione Comunista
Comitato Politico Nazionale 15 - 16 novembre 2014

ODG sul lavoro presentato al Cpn del 15-16/11/2014

Le mobilitazioni contro il governo Renzi dell’ultimo mese e mezzo hanno visto crescere la conflittualità sociale nel paese, attraverso un rinnovato protagonismo dei lavoratori, sempre più vessati dagli effetti della crisi e dalle politiche neoliberiste, che erodono salari e diritti.
Il Jobs act, il decreto “Sblocca Italia” e “La buona scuola” rappresentano i tre pilastri con cui il governo Renzi e le classi dominanti intendono smantellare definitivamente le tutele dei lavoratori ed ogni residuo dell’impianto costituzionale su cui poggia ancora il nostro paese, precarizzando completamente i rapporti di lavoro, introducendo nuove forme di sfruttamento e di ricattabilità dei lavoratori, privatizzando e svendendo ai mercati ed agli interessi finanziari istruzione, sanità, servizi pubblici locali.
Queste stesse logiche speculative sono alla base della vertenza delle acciaierie di Terni che, da vertenza territoriale, ha ormai assunto i connotati di una vertenza nazionale, potenzialmente trainante verso un autunno caldo in tutto il paese.
Qui, infatti, le scelte scellerate del colosso tedesco TyssenKrupp e le politiche del governo Renzi convergono in un unico e gravissimo attacco ai lavoratori, fatto di tagli ai salari ed esuberi che, con lo smantellamento dell’art. 18 non potranno essere impugnati davanti ad un giudice.
In un paese divenuto ormai un vero e proprio laboratorio delle ricette neoliberiste, in cui aumentano la disoccupazione di massa ed il precariato lavorativo, la vertenza ternana dimostra come il conflitto fra capitale e lavoro, e la questione operaia, siano quanto mai attuali.
La vertenza AST rappresenta, in questo momento, uno dei punti più avanzati della lotta di classe ed un esempio paradigmatico per i lavoratori delle altre aziende in crisi . Altrettanto paradigmatica è stata la risposta repressiva del governo che, anziché dare risposte concrete ai lavoratori circa il loro futuro, ha caricato violentemente gli operai, mostrando il proprio volto repressivo, speculare e complementare all'autoritarismo che, sul piano istituzionale, colpisce in maniera altrettanto violenta i lavoratori con provvedimenti che estendono la precarietà e la flessibilità ad ogni ambito lavorativo e di vita, facendone strumenti di ricatto e di divisione tra lavoratori.
Le manifestazioni ed i presìdi di solidarietà che si sono susseguiti nei giorni successivi in numerose città, gli scioperi indetti da alcune aziende metalmeccaniche, sono un primo ma significativo segnale di risveglio di una coscienza di classe che, ora più che mai, di fronte all’attacco aggressivo del capitale, occorre ricostruire. Si tratta di un potenziale che non va disperso, poiché il rischio che si risolva tutto con una mediazione tra le parti e che la conflittualità espressa a Terni dagli operai, anziché fare da miccia per accendere una nuova stagione di lotte, si spenga nelle dinamiche interne al PD, è alto, così come la connivenza tra TKAST e governo, per fare pressione sul sindacato affinché cessino gli scioperi, è ormai palese, e noi, da comunisti, non possiamo permettere che accada.
Come Partito, pertanto, dobbiamo sostenere questa mobilitazione, non soltanto in un’ottica solidaristica, ma con una proposta strategica che ruoti attorno all’idea della ripubblicizzazione di tutto il comparto siderurgico italiano, e non solo.
L’attacco che il governo Renzi sta conducendo contro il mondo del lavoro non può essere affrontato all’interno degli steccati delle singole vertenze ma, è necessaria quella ricomposizione di classe che permetta di superare la frammentazione e l’atomizzazione dei lavoratori, di cui il capitale si serve per renderli più deboli e ricattabili.
Da questo punto di vista, rilanciare il tema di una reale rappresentanza dei lavoratori e della democrazia nei luoghi di lavoro è fondamentale. Da qui, infatti, è possibile cominciare a ritrovare un senso di solidarietà tra i lavoratori, che con coscienza superi gli argomenti corporativi del padronato, che da un lato generano egoismi tra lavorativi e dall’altro intendono legare lavoratori e padroni in un impossibile patto tra produttori.
All’interno di questo quadro, emerge con forza la necessità che i comunisti svolgano, all’interno del sindacato un ruolo di avanguardia, spingendo verso una radicalizzazione ed una generalizzazione del conflitto. Per farlo occorre dare seguito a quanto approvato nell’ultimo congresso, lavorando per far funzionare le cellule comuniste già presenti nei luoghi di lavoro e per crearne di nuove.
Al tempo stesso, però, è evidente che le stesse cellule comuniste non potrebbero avere un ruolo di avanguardia senza una chiara linea sindacale del partito e senza una coerente proposta di fase.
Gli scioperi dei sindacati di base, la manifestazione del 25 ottobre, che ha mostrato come la CGIL abbia ancora una forte capacità di mobilitare i lavoratori, lo sciopero di categoria proclamato dalla FIOM (seppur diviso in due date) e l’apertura da parte di quest’ultima ad un confronto con i movimenti che hanno organizzato lo sciopero sociale del 14 novembre e la proclamazione dello sciopero generale da parte della Cgil rappresentano dei segnali di notevole importanza.
Di fronte a questi segnali il nostro partito non può semplicemente seguire gli eventi, accontentandosi di una presenza puramente testimoniale nelle vertenze, rincorrendo, di volta in volta, le emergenze. Occorre mobilitare tutti i nostri quadri operai e sindacali, le RSU, i circoli di lavoro, i compagni impegnati nelle vertenze, affinché facciano da pungolo alle rispettive strutture sindacali nella direzione di imprimere alla piattaforma dello sciopero generale della Cgil elementi di conflitto rispetto alle politiche del governo ed allo stesso esecutivo. Fare in modo che la piattaforma dello sciopero generale vada oltre le modeste proposte avanzate dalla Cgil con la manifestazione del 25 ottobre è nostro compito.
Il CPN, oggi riunito, impegna, perciò, il partito a produrre elementi di dibattito e contributi per la costruzione della piattaforma dello sciopero generale della Cgil e a convocare in tempi brevi un attivo nazionale dei lavoratori e delle lavoratrici, così come previsto dello Statuto, per rimettere al centro del nostro dibattito e della nostra attività politica le tematiche del lavoro e del sindacato.
Arianna Ussi, Daniele Maffione, Marco Nebuloni, Mauro Azzolini, Giacomo Burresi, Sandro Targetti

Approvato a maggioranza

Paolo Ferrero
Segretario Nazionale
Gianluca Schiavon
Presidente CNG

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