Partito della Rifondazione Comunista
Comitato Politico Nazionale 17 - 18 luglio 2010

Dichiarazioni di voto

Per coerenza con il contenuto dell’intervento svolto nel dibattito, intendo dichiarare che il voto di astensione, cui sono costretto dal meccanismo di votazione (documenti in alternativa tra loro), ha il significato di voto contrario al documento presentato dalla segreteria

Sandro Targetti

Dichiarazione di voto di Imma Barbarossa sul documento proposto dalla segreteria

Voterò a favore del documento della segreteria perché contiene un’analisi convincente sulla crisi costituente,una proposta di mobilitazione che parte da Pomigliano e una proposta di alternativa che,per la verità,si è presentata più convincente nel discorso conclusivo di Ferrero. Restano le mie forti perplessità a) sulla natura e sul percorso della FdS; b) sulla descrizione idillica dello stato del partito contenuta nel documento;c) su una torsione lavorista;d) sul rischio di blindatura di una maggioranza congressuale a priori.

Dichiarazione di voto collettiva di RpS (rifondazione per la sinistra)

Il Paese è ad un bivio. I rischi di regressione democratica di declino sono pesanti. La crisi economica che lo attanaglia è infatti di enorme gravità e sempre nei momenti più acuti della vita del Paese la crisi economica, sociale e morale si accompagna ad una crisi del sistema politico, frutto velenoso di un bipolarismo che assume come pensiero unico e elemento costituente il mercato e la globalizzazione.

Gli attacchi alla Costituzione portano tutti e solo il segno del dominio mercatista: il ruolo sempre più marginale del Parlamento, la politica come prerogativa di pochi notabili, il vero e proprio assalto all’autonomia dei lavoratori – quindi alle loro forme di autorganizzazione oltre alle loro condizioni di vita e di lavoro – il federalismo come egoismo territoriale e rottura dei legami sociali e degli elementi di uguaglianza, come il contratto nazionale di lavoro.

Ci sono però segni di opposizione: i lavoratori a Pomigliano che con il loro NO – seppur minoritario – alle politiche neovallettiane della FIAT sostenute dal Governo con CISL e UIL hanno incrinato e reso esplicito queste politiche. Molteplici segni di resistenza al neoliberismo, dalla scuola, allo sciopero generale CGIL, e a quello del sindacalismo di base, alla lotta per la difesa dei beni comuni per la rivendicazione di nuovi modi di sviluppo indicano che c’è nella società la necessità di sinistra. Una sinistra in grado di dare senso e una nuova visione del mondo, una sinistra che offra gli elementi per la costruzione di un blocco sociale teso a rimettere in discussione gli assetti di potere e di dominio.

È acuta l’esigenza di sinistra che sappia far tornare la politica come liberazione del lavoro e dal lavoro e dalla intensificazione dello sfruttamento in tutte le forme e su tutto il tempo della vita. Per questo sentiamo l’inadeguatezza del Partito, da noi per primi, dall’area RPS, nel trovare momenti di aggregazione e rappresentanza politica delle lotte e dai movimenti rivolti a un progetto di emancipazione e di lettura del mondo. I gangli vitali del Paese sono messi in discussione da logge, cricche e consorterie che vogliono impadronirsi degli organi e dei poteri dello Stato con un connubio con la malavita organizzata. Siamo di fronte a una palude in cui il degrado morale e il malaffare si fanno forma di governo. Su questa situazione c’è bisogno di un’analisi più attenta e profonda delle forze e dei poteri in campo dopo l’avvento della destra politica negli ultimi 15 anni. E l’opposizione parlamentare del resto non è minimamente in grado di costruire un paradigma diverso se non appelli general-generici all’antiberlusconismo a intermittenza quando non propone Governi di unità nazionale.

La società ha tutt’altre necessità per non uscire dalla crisi verso un sistema autoritario ed oppressivo ma, invece, con una risposta riformatrice che rilanci nuovi diritti, nuovi modelli produttivi perché il capitalismo, oggi più di ieri, ha i tratti della regressione e dell’affermazione di rapporti brutali di dominio.

Per questo noi compagne e compagni di RPS riteniamo un significativo passo in avanti la costituzione di una nuova e diversa maggioranza del Partito giacché Chianciano è superata. Erano inadeguate le due opzioni politiche: discutevamo infatti senza la consapevolezza che il mondo cambiava, che la più grande crisi economica del capitalismo travolgeva le forme della rappresentanza politica e sociale rendendo tutta la sinistra muta rispetto a larghe masse.

Oggi si inizia a superare la frattura democratica prodotta in quel congresso perché chi aveva la maggioranza relativa era tenuto ad avanzare la proposta di governo del Partito e il fatto che non l’abbia potuto fare ha prodotto degenerazioni correntizie, correnti che si sono strutturate come partiti nel partito.

Oggi si segna un passo avanti, una positiva discontinuità, una nuova fase della nostra vita politica con la possibilità di contribuire alla ricostruzione della sinistra di trasformazione. Noi non ci sottraiamo a partecipare a questa nuova e diversa maggioranza che oggi deve essere manifesta nei suoi contenuti e nelle sue forme al corpo del Partito. Questo passo in avanti deve contribuire nell’autonomia della proposta politica a corroborare l’unità delle forze che si ispirano al cambiamento. Vanno in particolare valutate positivamente le diverse articolazioni che in alcuni territori ha preso la costruzione dell’unità a sinistra.

Riteniamo che la FDS sia un primo passaggio necessario a unire culture politiche, esperienze, militanze – prima fra le altre quella della rifondazione comunista – dentro un vasto e condiviso progetto. Questo per noi è appunto un passaggio. Se è giusta l’analisi finqui tratteggiata è necessario l’avvio di un processo costituente per la costruzione di una nuova soggettività politica idonea a rilanciare le istanze della società e a raccogliere la sfida di ripensare nuove forme di democrazia di rappresentanza e nuovi diritti.

Una nuova forza di sinistra che ponga a tema nuove forme di democrazia economica e un nuovo rapporto tra sviluppo e ambiente sul piano continentale. Una forza contraria alla speculazione finanziaria, alla rapina del territorio, alla rendita parassitaria di una borghesia accattona, soprattutto in Italia.

Si pone in sostanza il problema della costruzione di una forza politica della sinistra che pensi e pratichi un’altra società.

Noi, il collettivo di RPS, per questi motivi votiamo convintamene a favore del documento proposto.

Dichiarazione di voto di Salvatore Bonadonna

Chi ha ascoltato il mio intervento non si meraviglierà della mia non partecipazione al voto del documento della segreteria anche in ragione del ruolo che svolgo. Do atto al segretario di avere recuperato alcuni temi nella sua replica; pur tuttavia trovo largamente al di sotto delle esigenze la risoluzione proposta. Difensiva e chiusa laddove dovremmo misurarci con il massimo coraggio ed apertura sulla Rifondazione della cultura politica e dell’unità necessarie a fronteggiare la fase della qualità della ristrutturazione capitalistica che si manifesta a Pomigliano e la crisi economica e politica che si esprime all’interno dello schieramento borghese. La decisione di proclamare una nuova maggioranza nel Partito risponde più all’istinto di autotutela che alla elaborazione di una linea oltre quelle fallimentari di Chianciano; una sorta di centralismo-democratico, fuori dalla storia, che porterà a privilegiare gli elementi omogeneità e di fedeltà rispetto alle diversità e capacità.

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