Partito della Rifondazione Comunista
Comitato Politico Nazionale 12 - 13 settembre 2009

Interventi 2

Mimmo Caporusso
Valuto in maniera positiva l'ingresso dei compagni della mozione 2 in segreteria nazionale. Si pratica così la gestione unitaria di cui tutto il Partito ha bisogno e che noi abbiamo sempre sostenuto. Allo stesso tempo, la gestione unitaria, che è garanzia per tutte e tutti i compagni del Prc, indipendentemente dalle posizioni congressuali, rappresenta anche la fine della logica ipermaggioritaria praticata a partire dal congresso di Venezia. La gestione unitaria può inoltre aiutare il Partito a riemergere dalle difficoltà degli ultimi mesi e a proiettarsi ancora di più nelle lotte e nella costruzione della federazione, che è la risposta giusta alla richiesta ed alle esigenze di unità che provengono dalla nostra gente che non manca di ricordarci le nostre divisioni. E' finalmente un messaggio positivo dopo tanti anni di lacerazioni a sinistra e tra comunisti. E ora occorre proprio dar corpo al progetto della federazione, in un processo aperto, coinvolgente, per ricostruire l'utilità e la credibilità dei comunisti e della sinistra, concentrandoci sulle questioni concrete che interessano chi vogliamo rappresentare. Oltre al lavoro e al tema della crisi, in Italia abbiamo un altro grande tema da affrontare. Con Berlusconi e la Lega al potere è aperta anche una grande questione democratica. Quest'uomo, ed il suo governo, stanno passo dopo passo applicando il programma della P2. E la realizzazione del programma di Berlusconi (e di Gelli) passa attraverso la demolizione dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, passa attraverso il controllo di stampa e tv, l'imbavagliamento della magistratura, oggi passa anche attraverso il razzismo e la criminalizzazione dei migranti. Concordo quindi sulla necessità di un intervento serio e di una nostra proposta e mobilitazione anche in questo campo.
Carlo Cartocci
Il Cavaliere inesistente di Italo Calvino esiste "Per forza di volontà e fede nella giusta causa". In realtà si tratta di una armatura vuota che si disarticola nel momento di una verifica, nella realtà e non più in teoria, di quella fede e volontà. Seguendo questo nostro dibattito, non riesco a non pensare che il partito è una armatura svuotata che si tiene insieme solo perché continua a guardarsi, a dibattere su se stesso, in una autoreferenzialità ipnotica che neppure le peggiori sconfitte riescono ad interrompere. Dopo la sconfitta subita, noi avremmo dovuto smettere le modalità correntizie e le aspirazioni istituzionali a poltrone e sgabelli. In una parola sarebbe stato logica una attenzione non più al contenitore, all'armatura, ma al suo contenuto. Qui si discute di allargamento della Segreteria, di ridistribuzione delle rappresentanze delle correnti interne, di coalizione con altre armature vuote in una Federazione, mentre si dovrebbe discutere solo di come riempire l'armatura di sostanza, di un corpo di nuovo riconoscibile almeno dal nostro popolo. Allarghiamo pure la Segreteria, costruiamo pure la Federazione nei modi indicati dal Segretario, ma soprattutto guardiamo fuori di noi. Aldilà della celata che nasconde il vuoto, c'è il paese reale, c'è l'aumento della disoccupazione e quello vertiginoso della precarietà. Su questi due punti, disoccupazione e precarietà, dobbiamo costruire un programma semplice e comprensibile, alcune parole d'ordine praticabili e affascinanti, una serie di pratiche di lotta. Non mi sembra che il nostro dibattito vada in questa direzione. Insomma è ora di dare sostanza all'armatura vuota, riempirla di realtà e di utopia. Basta discutere sul nostro ombelico: l'armatura del cavaliere inesistente non ha ombelico.
Giusto Catania
Ha fatto bene Ferrero a parlare della situazione internazionale anche se l'analisi sulla situazione latino-americana deve essere aggiornata, infatti siamo in una fase di controffensiva delle forze conservatrici: il golpe in Honduras, la vittoria della destra in Argentina e la preoccupazione crescente sulle prossime elezioni in Cile dove gli eredi di Pinochet, dopo venti anni, rischiano di tornare al potere. In Europa, la voglia di ridare centralità allo Stato-Nazione è da contrastare e il ricorso della Linke alla corte costituzionale tedesca, nel merito, è un fatto positivo perché interviene contro i peggioramenti sociali, ma rischia di alimentare tendenze anti-europee che, invece, devono essere contrastate.Credo che il segretario non abbia centrato le priorità per la prossima fase politica: non possiamo rimanere muti sul prossimo congresso della Cgil e sulle imminenti elezioni regionali. Sono appuntamenti fondamentali. Le elezioni regionali, per il nostro Partito rischiano di essere l'epilogo della nostra storia se non saremo in grado di arrivare preparati. Per questa ragione dovremmo definire la politica delle alleanze e lanciare la proposta per costruire una lista unitaria della sinistra che coinvolga anche i compagni e le compagne di Sinistra e Libertà. Berlusconi non è il problema più grande del Paese, è molto più preoccupante la cultura di questa destra che si è radicata in Italia producendo un'egemonia diffusa nel corpo della società. Le polemiche interne alla maggioranza di governo non sono affatto un segno della crisi della destra che anzi, in questa fase, riesce a parlare più linguaggi e ad allargare le interlocuzioni nel Paese. L'elezione di una nuova segreteria nazionale è il segno del fallimento evidente delle scelte politiche di Chianciano. Speriamo che con questa nuova gestione si possano superare errori e ambiguità dell'attuale segreteria nazionale.
Aurelio Crippa
La positiva ricostruzione unitaria della Segreteria, si legittimi con la presa d'atto del superamento della scelta "maggioritaria" (Congresso di Venezia) e con l'impegno ad agire perché così avvenga a tutti i livelli del Partito. Problema politico prioritario è come rendere "efficace" l'azione del Partito. Il nostro essere a fianco delle lotte per il lavoro, i diritti, la democrazia ha registrato/registra interesse e anche consenso che "tardano" però a tradursi in "credibilità". Questo è da addebitarsi all'assenza di un chiaro progetto o più semplicemente, di un programma minimo di identificazione - per che cosa e per chi - della nostra lotta politica. Attenzione agli eventi politici, ma il "lavoro" deve essere la scelta prioritaria del nostro agire politico. Si dia luogo quindi alla Conferenza delle lavoratrici e dei lavoratori comunisti, aperta, diffusa sul territorio e che, nel coinvolgimento dell'insieme del Partito, interloquisca con il Paese e con ciò che si agita in esso (l'attacco occupazionale, il Congresso Cgil) e metta a confronto le nostre autonome opinioni politiche con le altre. Un intervento questo che tratti tutti i diversi aspetti del "lavoro", dalle condizioni economiche e contrattuali, a politica economica, programmazione e intervento pubblico, per chi ce l'ha e per chi non ce l'ha (disoccupati) e anche per chi dovrà averlo (le nuove generazioni). La politica ritorni al centro della discussione e del confronto; "all'io" che ha preso corpo si sostituisca il "noi", il Partito, al quale indirizzare unicamente il "nostro" contributo, sia esso individuale o di "aree", ma sempre scevro da interessi personali o di gruppo. "L'orecchio" sia più attento al Paese, alla nostra gente, che al "palazzo".
Marco Dal Toso
Gli effetti recessivi della crisi penalizzeranno pesantemente,nei prossimi mesi, i livelli occupazionali in Europa e nel nostro paese. Manifestare solidarietà ed essere interni alle lotte è necessario ma non sufficiente. Occorre essere concretamente utili all'esercizio del conflitto e dotare il partito di alcune proposte programmatiche che sappiano unificare il mondo del lavoro nelle sue diverse articolazioni. Nel caso Innse, l'unità,la determinazione e la consapevolezza degli operai coinvolti hanno determinato un risultato positivo (ancora non acquisito in via definitiva) per tutto il movimento operaio italiano. Il Prc ha rispettato l'autonomia del conflitto esercitato da quadri operai consapevoli,sostenuti dalla Fiom nel corso della lunga lotta e ha aiutato i lavoratori tramite l'istituzione di un'apposita cassa di resistenza. La lotta dell'Innse è riuscita a costruire senso comune tra i lavoratori:l'idea cioè secondo cui quando,per fini speculativi, è cancellato il tuo lavoro è legittimo reagire,lottare,organizzarsi. Il senso comune, ovviamente,non si traduce in condivisione politica. La Federazione della sinistra di alternativa determina un'inversione di tendenza rispetto alla frammentazione dei soggetti politici collocati alla sinistra del Pd. Infine, sulla questione democratica, credo che la proposta avanzata dal segretario di una "legislatura di salvaguardia costituzionale" vada meglio precisata; tale proposta non può essere declinata come partecipazione del Prc ad un "governo di garanzia istituzionale" che sarebbe contraddittoria,sbagliata politicamente e irrealistica.
Sergio Dalmasso
La morte di Luigi Cortesi, per anni componente del Cpn, ripropone il nesso tra le nostre radici e storie e le grandi questioni globali (pace/guerra, nord/sud, ecologia politica) con cui il marxismo deve misurarsi, pena la sua inutilità, cioè di quella autentica rifondazione (categorie, paradigmi, pratiche) che abbiamo cento volte abbozzata, ma mai compiuta. L'iniziativa di contrapposizione al rito pagano della Lega Nord alle sorgenti del Po, organizzata dalla federazione di Cuneo, dovrà, nei prossimi anni, avere respiro più largo e richiede impegno a livello regionale e nazionale. Tutto il nostro passato è oggetto di denigrazione e calunnia: il '68 è causa di ogni male e deve essere estirpato (Gelmini, ma anche Sarkozy), la stagione dei movimenti ha prodotto il terrorismo, i sindacati disordine e inefficienza, il Pci è sempre stato puramente tramite di stalinismo, la resistenza fu criminale, nel migliore dei casi è equiparata all'avversario ed è la base del "sistema partitocratico, clientelare, spartitorio". La giornata della memoria sulle foibe è totalmente decontestualizzata. Senza l'intervento del Cavaliere inviato dalle Provvidenza l'Italia, dal 1994, sarebbe comunista. Non bastano riviste e convegni, ma il centro studi aperto e il lavoro teorico connesso hanno fatto passi avanti? La Federazione deve rilanciare dibattito, confronto, proiezione esterna sui grandi nodi aperti, legare le forze che ci hanno sostenuto nella campagna elettorale, intrecciare un rapporto con le poche riviste di area esistenti. L'allargamento della segreteria supera gestioni di parte e teorizzazioni sul segretario "non di sintesi", ma pone la domanda: E' ancora viva l'ipotesi politica di Chianciano (no ad un partito plebiscitario, autonomia e alternatività, rapporto con forze comuniste e anticapitaliste)?
Walter de Cesaris
La proposta della Federazione della sinistra di alternativa è un impegno strategico. Vi sono, però, alcuni punti da chiarire. E' sbagliato affermare, come si è fatto nell'ultimo Cpn, che questa proposta viene avanzata a partire dal coordinamento con Pdci e Socialismo 2000, presentandola come allargamento. Così è escludente per tutti coloro che non erano d'accordo o non c'erano. Dobbiamo rivolgerci con pari titolarità a tutti quelli che intendono costruire una sinistra di alternativa, autonoma e alternativa al Pd e al centro sinistra. In questo senso, penso che si debbano coltivare tutte le interlocuzioni e non capisco perché non si debba rispondere alla richiesta di incontro che ho letto su Liberazione ha avanzato Sinistra Critica. Il tema di come si costruisce questa soggettività non può essere ridotto a un gruppo di lavoro sulle regole. Si tratta, infatti, di una discussione di grande rilievo: si affronta il nodo del rapporto tra la forma partito e altre modalità di organizzazione della politica (movimenti, associazioni…) e il tema arduo della rottura della loro subordinazione gerarchica. Io sostengo la tesi che l'apertura deve essere vera e fino in fondo e non fermarsi sull'uscio delle stanze dove si assumono le decisioni vere. Non si discute oggi di alleanze per le regionali. Ma c'è una connessione tra la costruzione di una sinistra di alternativa aperta ai movimenti e il tema del rapporto con il centro sinistra. Non puoi predicare in una direzione e razzolare in quella opposta. Il tema delle due sinistre incontra come uno dei suo crinali fondanti il nodo del rapporto con il centro sinistra, se sei per un "nuovo" centro sinistra o per costruire un polo alternativo ad esso. Per questo, propongo un convegno nazionale che cerchi di investigare le ragioni di fondo del fallimento storico del centro sinistra e della sconfitta della sinistra dentro quella cornice.
Stefano Falcinelli
Di fronte alle drammatiche difficoltà in cui versa il nostro paese devastato da una crisi democratica ed economica terribile, in cui ogni ipotesi di sviluppo entra in conflitto con la biosfera terrestre, ritengo utile ma insufficiente la proposta della segreteria per una legislatura di servizio ad una nuova legge elettorale alla tedesca e ad una sul conflitto di interessi. Rifondazione si deve rendere disponibile, assieme a tutte le forze di opposizione, ad una assunzione di responsabilità nell'elaborare una piattaforma comune per una prospettiva di uscita dalla crisi. La "Federazione della Sinistra d'Alternativa", pur dando un segnale di unione ai militanti e simpatizzanti comunisti, non interpreta l'esigenza di unità ben più ampia ed inclusiva che nel popolo della sinistra aleggia da tempo e che oggi si è fatta stringente necessità. Ci vuole un percorso costituente della sinistra che parta dalla rete dei soggetti sociali e che nei territori contamini le forze politiche organizzate, inducendo un processo di scomposizione-ricomposizione basato su modelli teorici, linguaggi e forme rinnovate. Cosa che, dalla Sinistra-Arcobaleno ad oggi, è stata praticata dalle sole segreterie dei partiti con il risultato di due sconfitte elettorali disastrose e di due schieramenti competitivi e insufficienti perché entrambi figli della stessa sterile matrice. L'emergenza democratica e la crisi che viviamo impone ad essi di riaprire un confronto e di relazionarsi con la domanda di partecipazione, di unità e di cambiamento che cresce dal basso. Non condivido l'entrata nella segreteria nazionale da parte di esponenti della mia area dato che non siamo di fronte ad un vero mutamento della linea politica uscita da Chianciano come affermato da Ferrero nella sua relazione conclusiva.
Roberta Fantozzi
Condivido la relazione del segretario che costituisce una proposta complessiva forte, capace di parlare fuori di noi. La ripresa del conflitto sociale nelle vertenze per l'occupazione che si sono sviluppate in quest'ultimo periodo ha visto il partito riattivarsi positivamente. Rafforzare e sistematizzare la nostra capacità di intervento è il salto di qualità necessario sia per costruire vertenze esemplari, che per mettere in connessione i conflitti e produrre un movimento politico di massa. Nel conflitto gli obiettivi sono sia e prima di tutto la conquista dell'efficacia della lotta che la costruzione di soggettività oltre il terreno difensivo su cui prevalentemente oggi si sviluppano le vertenze. Va riassunta l'attitudine allo sguardo complessivo sul mondo, alla capacità di produrre un bilancio della globalizzazione capitalistica che ha segnato il periodo migliore della nostra internità al movimento altermondialista. Va sviluppato una ricerca e un progetto capace di delineare l'alternativa di società. La costruzione della federazione della sinistra di alternativa delle forze anticapitaliste, comuniste, femministe, ecologiste, deve essere caratterizzata dalla massima apertura. Decisivi sono i livelli territoriali per la capacità di produrre coinvolgimento di movimenti, associazioni, singoli/e. Le regole che ci daremo devono avere la capacità di definire percorsi democratici effettivi, la possibilità di contare per tutti/e coloro che vorranno partecipare a questo processo. La proposta di un accordo per una legislatura di brevissima durata per fare la legge elettorale proporzionale e una legge sul conflitto di interessi e poi tornare a votare, ci consente di non essere sulla difensiva rispetto all'obiettivo di battere Berlusconi e di riporre strategicamente il nodo del maggioritario e del bipolarismo, che non sono solo sistemi istituzionali, ma modelli sociali profondamente regressivi. E' una proposta che niente ha a che vedere con la riproposizione di un accordo nazionale di governo, del tutto impraticabile nella situazione data. In questo quadro l'allargamento della segreteria, consente a livello centrale come nei territori, di mettere al lavoro tutte le energie del partito, in una dialettica positiva di riconoscimento di convergenze e differenze.

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