Partito della Rifondazione Comunista
Comitato Politico Nazionale 22 - 23 febbraio 2008

Ordini del giorno approvati

Odg approvato con votazione separata sui criteri per la presentazione delle liste elettorali

Il Comitato Politico Nazionale approva i criteri per la predisposizione delle liste elettorali proposti dalla segreteria nazionale e illustrati nella relazione fatta dal responsabile dell'organizzazione e raccoglie l'orientamento prevalente espresso dagli interventi svolti nel considerare:

Che per doppio mandato si intende esteso al complesso dei mandati svolti nella vita parlamentare, che tale proposta avanziamo anche alle altre forze politiche;
chiediamo di aderire ai medesimi criteri alle compagne e ai compagni della Sinistra europea;
che al congresso che si svolgerà entro l'autunno si vada all'avvicendamento dei segretari regionali e provinciali eletti in Parlamento e che tale criterio venga assunto per la Segreteria nazionale, escluso il Segretario.

LAICITA' LAICITA'…

In questa Europa post moderna, nell'era che più tecnologica non si può, tornano antichi fantasmi ad attaccare e offendere i corpi pensanti delle donne.
Dalla legge 40 in poi una confraternita di uomini con o senza tonaca, con o senza camice bianco, con o senza toga, persino dagli scranni parlamentari, si pone il problema di normare e recintare il corpo delle donne, la loro volontà, i loro desideri, la sessualità e la libertà femminile. L'attacco si allarga a gay e trans, ma l'obiettivo prioritario da colpire sono le donne e le donne lesbiche.
Embrioni e feti acquistano una vita autonoma, fuori e contro la mente, la volontà, il desiderio delle madri: gli uomini per una paura ancestrale, atavica, della libera sessualità femminile si pongono il problema di costruire leggi, norme, regole, cavilli nell'ambito di un ordine patriarcale che resiste ancora. Anzi, si fa virulento, sanguinoso, prepotente, offensivo.
Nonostante tutto.
Con l'episodio del policlinico di Napoli siamo al colmo.
Ma nulla ormai è colmo: i colpi aumentano, i fantasmi si materializzano, si fanno parola, proibizione, violenza, umiliazione.
Ferrara e Benedetto XVI. La politica è complice, si accoda, tace colpevolmente, si specializza in uteri e aborti, minacciosa e viscidamente caritatevole.
Anche a sinistra. Cerca cavilli, balbetta, s'inventa narcisistici sofismi. Si mette in testa di proteggere le donne, finisce col tollerare che nella campagna elettorale l'unico a essere al di sopra della par condicio sia il papa.
Noi diciamo basta.
Chiediamo che il PRC impegni tutta la Sinistra a prendere con chiarezza posizioni ferme in campagna elettorale e, dopo, in Parlamento.
La difesa dell'autodeterminazione femminile e la cancellazione della legge 40 devono essere impegni prioritari e assoluti.
Insieme ai diritti civili, alle coppie di fatto, alla scuola pubblica laica, alla lotta ai poteri ecclesiastici. Insomma alla rigorosa difesa della laicità, non solo come lotta all'invadenza della Chiesa cattolica nella vita pubblica e provati di donne e uomini, ma anche come difesa delle libertà personali e di una ricerca volta a migliorare la salute dell'umanità nel mondo.
A tal proposito esprimiamo la nostra solidarietà ai docenti e agli studenti della Sapienza che hanno difeso la dignità e l'autonomia di una prestigiosa istituzione culturale pubblica.
La laicità è costruzione di uno spazio di etica pubblica dove credenti e non credenti possano sentirsi liberi e confrontare le loro differenti fedi, opinioni, visioni del mondo.
Perciò va difesa e curata senza esitazioni né ambiguità.
Senza se e senza ma
Senza delegare i temi dell'etica ai principi sovraordinari, in una visione della politica angusta, misera, ridotta alla gestione dell'esistente.
Soprattutto oggi, che si materializza il tentativo di colpevolizzare le donne, di ridurle al ruolo arcaico di veicoli del seme maschile, a tutrici della unità ( e dell'ordine) familiare e dei valori dei clan maschili, tutt'al più in attesa di essere scelte e promosse dagli uomini, per trasmettere le forme materiali e simboliche del patriarcato.
Oggi il familismo si sposa col mercato, con la supplenza privatistica del welfare pubblico; il patriarcato si adagia nel neoliberismo, lo innerva, lo piega ai suoi scopi.
Se la politica tace, prendono corpo i fantasmi maschili, dalle concezioni neospiritualistiche conservatrici alle imposizioni di una Chiesa ormai tridentina e postconciliare.
Mulier taceat in ecclesia, è il monito di Paolo di Tarso. E così la politica tace, si arresta alle soglie del vaticano, al di qua del Tevere, s'inchina al soglio di Pietro.
Valori eticamente sensibili vengono chiamati i precetti della morale cattolica, che si pretende assoluta, dettata dal diritto naturale, valida per tutte e tutti.
Ebbene, non è più tempo di ambiguità.
La sinistra si svegli, prenda coscienza della necessità del suo compito storico, che oggi è quello di costruire un'etica libera dal potere del sacro.
Assunto dal cpn

Non fiori all'occhiello, ma soggetti

Ancora una volta la politica che appare si riduce ad una epifania del maschile, ad una esposizione leaderistica e mediatica di corpi maschili.
C'è nel nostro partito e nella Sinistra una ricchezza di elaborazione femminile e femminista sul mondo, sul welfare, sui diritti civili, sulle migrazioni, sulla ricerca, sulla costruzione di un'etica pubblica laica. Una ricchezza e una densità non riducibili a quote e nemmeno ai diritti civili.
La Sinistra deve rappresentare questa ricchezza femminile di politica, deve ricavarne strumenti di innovazione e ricerca sul piano sociale, politico, simbolico.
La presenza paritaria delle donne non risolve la grande questione della differenza politica, ma è la precondizione perché su tale differenza - nonché sul nesso tra uguaglianza e differenza - si possa costruire una città politica sessuata.
Le donne che hanno dato vita alla manifestazione del 24 novembre e sono scese immediatamente in piazza dopo il terribile episodio del Policlinico di Napoli, stanno costruendo un nuovo movimento femminista, fatto di spessore antico ma di grande novità politica e simbolica.
Non solo la difesa della 194, ma la critica del familismo, la lotta contro la violenza maschile ( e domestica) contro le donne, la laicità, il rifiuto delle politiche securitarie anche nei confronti del popolo migrante, il rifiuto di rappresentanze istituzionali "in nome delle donne" hanno rappresentato la critica più radicale alla debolezza e alle pericolose ambiguità del Governo dell'Unione: quelle manifestanti rappresentano la garanzia che il movimento non si fa strumentalizzare né attrarre dalle sirene veltroniane né invischiare in concessioni alle compatibilità e al cattivo realismo.
Pertanto il CPN impegna tutto il partito a costruire candidature femminili forti, legate al movimento delle donne, da collocare nei primi posti anche di capoliste.
Impegna altresì il CPN a chiedere agli altri tre partiti e alle associazioni decisioni che vadano nella stessa direzione, e - qualora ciò non si verificasse - ad attuare tali scelte in maniera unilaterale.
Infine, poiché crediamo che la Sinistra unitaria e plurale non sia solo un cartello elettorale, chiediamo che si sviluppino dopo le elezioni una riflessione un percorso che portino a individuare come portavoce della Sinistra donne e uomini a turno, fuori da ogni concezione leaderistica della pratica politica.
Tra di noi può darsi che ci siano opinioni diverse sul percorso della Sinistra unitaria e plurale, ma riteniamo che ci debba essere la comune convinzione che la politica è scavo, ricerca, connessione, relazione, pluralità, democrazia, etica, e non rappresentanza mediatica e sintesi leaderistica: anzi queste ultime sarebbero la morte della politica intesa come passione, cammino comune, soggettivazione, trasformazione.
Imma Barbarossa
Assunto dal cpn

ODG sul KOSOVO

La dichiarazione unilaterale d'indipendenza del Kosovo e il suo riconoscimento da parte dello Stato italiano avvengono fuori dalle regole del diritto internazionale e delle risoluzioni ONU e in contrasto con gli stessi deliberati del Parlamento italiano. Con questi atti si acuisce la crisi e la tensione in un'area tutt'altro che pacificata e gravata da molti contrasti geopolitici. Si crea un precedente grave e ci si muove verso stati etnici. Si aprono contrasti con vicini importanti come la Russia. E si determina una grave divisione dell'Europa, come sempre quando essa si muove fuori dalla bussola della propria autonomi a e del diritto internazionale. L'Europa è stata incapace di una politica autonoma, autorevole, trasparente e portatrice di una prospettiva. Addirittura si è saputo di incontri tra il governo che esprime la presidenza di turno della UE e l'amministrazione USA che ha suggerito i comportamenti da adottare. Non si è stati capaci, a partire dalle regole internazionali, di progettare una ricomposizione di tutta l'area nella costruzione del progetto europeo, riconoscendo il pieno diritto serbo a farne parte. Verso la Serbia si è tenuta una posizione che ha messo in difficoltà lo stesso processo di democratizzazione che pure si diceva di voler favorire.
Il governo italiano, che era partito da posizioni condivisibili, secondo quanto deliberato dal parlamento, ha finito invece per porsi alla testa degli atti unilaterali con episodi che richiedono anche accertamenti nel merito, come nel caso del ruolo dell'ambasciatore italiano in Serbia. Ruolo in palese contrasto con la stessa condizione di paese confinante esposto all'accrescimento della tensione, che avrebbe richiesto non solo prudenza ma indicazione di un diverso percorso.
Ora la situazione rischia di precipitare. Occorre dunque cambiare radicalmente strada. Nel dire no al riconoscimento della dichiarazione unilaterale del Kosovo e alla realizzazione di una missione unilaterale in questo ambito, bisogna invece ripartire da due punti di fondo. Il pieno rispetto della legalità internazionale. Il riconoscimento del diritto di tutta l'area a far parte dell'Europa e la realizzazione di questo obiettivo.
R. Musacchio, G. Mascia, F. Amato
Assunto dal cpn

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