Partito della Rifondazione Comunista
Comitato Politico Nazionale 22 - 23 febbraio 2008

Documento approvato

1. Le elezioni del 13 e 14 aprile rappresentano un impegno straordinario. Rifondazione Comunista le affronta assieme alle altre forze della sinistra e ambientaliste, con la lista La Sinistra – L’Arcobaleno e con Fausto Bertinotti a capo della coalizione, scelta che apprezziamo come un valore aggiunto per l’intera sinistra.
Il primo impegno, quindi, è lavorare per il massimo successo della lista, per un lavoro capillare per far conoscere il simbolo elettorale unitario di queste forze, per una campagna elettorale generosa, attiva, tale da rendere protagonisti le istanze di base, e migliaia di militanti, che giunga a tutte le donne e gli uomini di questo Paese. Una campagna elettorale in cui è fondamentale anche il successo delle liste che presenteremo alle elezioni regionali e amministrative che si svolgono in molte realtà del Paese, rispetto alle quali riteniamo vada confermata la scelta unitaria che assumiamo per le elezioni politiche generali. Questa scelta è in coerenza con il percorso unitario a sinistra che abbiamo percorso in questi mesi e con il dibattito politico che abbiamo svolto: la costruzione di un nuovo soggetto unitario e plurale della sinistra. Pensiamo, infatti, che la campagna elettorale possa rappresentare un’occasione fondamentale per accelerare questo processo, per determinare un impulso unitario, per costruire raccordi, sedi, case della sinistra come punti di aggregazione e di confronto che guardano alla prospettiva: a una nuova sinistra, autonoma che pensa e lavora in concreto alla costruzione di una alternativa di società. Come abbiamo più volte detto, non è in discussione l’esistenza o il futuro di Rifondazione Comunista, né la sua autonomia politica, culturale, organizzativa, né il suo simbolo, la sua iniziativa, l’impegno per il tesseramento. Tutto ciò non solo rimane ma è fondamentale per il futuro medesimo della sinistra e per poter avanzare nel processo unitario.

2. Siamo, quindi, di fronte a un passaggio forte che chiede un investimento di energie straordinario. Non è la prima volta. In termini differenti, si ripropone da parte dei poteri forti un obiettivo ricorrente, come esito della transizione in cui questo Paese si dibatte: cancellare la sinistra, eliminare la sua autonomia, renderla residuale e non incidente nel Paese e nelle istituzioni. L’obiettivo è la distorsione verso il bipartitismo, un bipartitismo debole, in cui i contendenti si assomigliano per programmi e profilo, in cui a dominare è il pensiero unico del neoliberismo. Le grandi intese ne rappresentano l’esito auspicato, una stretta, un compromesso che fa dell’occupazione del potere l’elemento totalizzante della vita pubblica, un esito possibile solo con l’esclusione della sinistra e la sua marginalizzazione politica. Il modo incredibile con il quale questa campagna elettorale si è avviata sulla stampa e l’informazione radio televisiva è sintomatico di questa tendenza autoritaria, della torsione, che vuole sussumere dentro quel progetto dei poteri forti, la dialettica democratica. L’obiettivo finale è riproporre un salto all’indietro, rendere le istituzioni impermeabili alla società, ai conflitti, cancellare la possibilità che un progetto di trasformazione possa essere agito politicamente. Qui c’è il nucleo di quel processo di americanizzazione che rappresenta il nocciolo duro di una tendenza, di un processo che è in atto e il cui esito contrastiamo decisamente.

3. Questa è la posta in gioco. La Sinistra è l’unico voto possibile per contestare e sconfiggere questo progetto.
Non pensiamo di poter affrontare questo passaggio così decisivo senza un bilancio di verità dei 20 mesi del governo Prodi. Non si tratta di mettere tra parentesi alcuni risultati raggiunti, per esempio sul fronte della lotta all’evasione fiscale, né non valorizzare il lavoro e anche risultati specifici ottenuti grazie all’impegno delle nostre forze dentro il governo e nel Parlamento. Si tratta di riconoscere il prevalente. Questo prevalente dimostra un bilancio sostanzialmente negativo. Non è modificata la natura profonda delle politiche economiche e sociali, e si è riproposta in sostanza la politica dei due tempi, non si è riusciti ad avviare una politica riformatrice nel campo dei diritti civili, si sono compiute scelte di rottura come quella della costruzione della base di Vicenza.
La causa esplodente della crisi è stata la scelta di settori del centro moderato di far cadere il governo, significativamente proprio nel momento in cui, grazie a un successo parlamentare della sinistra, si era ottenuta una norma che destinava l’extragettito al risarcimento sociale.
Ma, occorre cogliere un elemento di fondo. La crisi del governo Prodi è stata covata a lungo e ha avuto il suo motore dentro il ventre molle del centro moderato, la sua permeabilità alle scelte imposte dai poteri forti, indifferentemente se provenienti da poteri economici, come la Confindustria, dalle gerarchie vaticane, da poteri sopranazionali. A questo ventre molle non è estraneo il Partito Democratico, anzi la sua medesima formazione è interna a quella logica. Le posizioni che assume, anche dentro l’avvio di questa campagna elettorale, ne rappresentano una dimostrazione evidente.
E’ in questo quadro, che l’autonomia della Sinistra anche nella campagna elettorale, non solo è una necessità ma è un valore, non è un limite ma un investimento. Non si tratta, cioè, di un incidente di percorso o di un episodio. Si apre una nuova fase: l’autonomia della sinistra ne rappresenta l’elemento strategico con la quale va affrontata.

4. In questa campagna elettorale, quindi, la Sinistra si presenta come un progetto politico e con un proprio progetto di società. Una idea generale di come questo Paese potrebbe cambiare. E’ l’idea di connettere in un’unica politica riformatrice nuova politica economica che ponga attenzione alla ricerca e all’innovazione, rispetto e valorizzazione dell’ambiente, ruolo dell’intervento pubblico e dell’espansione del welfare, redistribuzione della ricchezza e la crescita dei salari, diritti e sicurezza del lavoro, aumento dei diritti civili, contrasto all’omofobia e alle discriminazioni, affermazione di nuovi diritti di cittadinanza per donne e uomini migranti, affermazione della conoscenza come bene comune, ruolo dell’Italia per una nuova idea di Europa, per il disarmo e per la pace nel mondo. Un’idea complessiva di società, quindi, una proposta di come l’Italia potrebbe cambiare nei prossimi anni.
Dobbiamo avere consapevolezza della nostra forza. E’ un fatto importante che la Sinistra si presenta unita alle elezioni. Abbiamo una idea e una proposta generale di società e avanziamo anche proposte concrete su come tradurre quell’impianto.

5. Dentro questa corsa verso il centro e verso la semplificazione bipartitica e leaderistica, noi rappresentiamo una anomalia e una alternativa. Questa alternativa sia la nostra vera forza: siamo soggetti plurali, abbiamo differenze, abbiamo una rete di partecipazione nei territori vasta, fatta di tanti punti e tante sedi. Vi sono milioni di donne e uomini di sinistra nel Paese, senza tessere di partito ma che credono ai valori e al progetto della sinistra e possono essere coinvolti anche nelle elezioni a dare il loro impegno e la loro fiducia a questa sinistra unitaria e plurale, alla Sinistra L’Arcobaleno. A tutti costoro dobbiamo parlare con grande onestà e chiedere di aiutarci a costruire la Sinistra, dire che le elezioni sono un passaggio fondamentale ma che noi non le viviamo come una scorciatoia. Il progetto della Sinistra guarda al futuro del Paese.

6. Rivolgiamo un appello alle nostre militanti e ai nostri militanti per mettersi in gioco con il coraggio la passione e l’intelligenza che abbiamo dimostrato nei momenti alti e decisivi di questi anni.
Ora è il tempo della mobilitazione. Avremo il tempo di discutere al congresso, che terremo entro l’autunno, delle prospettive strategiche.

La Segreteria Nazionale

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