Partito della Rifondazione Comunista
Comitato Politico Nazionale 6 - 7 maggio 2006

Documento di Marco Ferrando e Franco Grisolia

La candidatura ed elezione di Franco Giordano a segretario del Prc si colloca dentro la continuità della linea di maggioranza del Congresso di Venezia e rappresenta un consolidamento della svolta governativa del partito.

Per questo avevamo proposto all’insieme delle minoranze congressuali un comune candidato alternativo a Franco Giordano, senza alcuna pregiudiziale di nomi: visto che l’insieme delle minoranze si era pronunciata al congresso, in forme diverse, contro l’ingresso al governo, raccogliendo su questa posizione il 41% dei consensi.

La risposta negativa dei dirigenti di Ernesto, Sinistra critica e Falce e Martello, ci ha indotto alla presentazione di un nostro candidato “di bandiera”, quale espressione, di un’alternativa politica al governismo.

Diamo un giudizio profondamente negativo della svolta de “l’Ernesto” e “Sinistra critica”. La rinuncia ad una comune contrapposizione al candidato bertinottiano e alla sua linea governativa nel nome di una attesa “gestione unitaria del partito” (cioè del proprio ingresso nella futura segreteria nazionale); ancor più la contrapposizione ad un ordine del giorno da noi proposto che impegnava i gruppi parlamentari a votare contro il rifinanziamento della missione in Afghanistan - a favore invece dell’Odg di Gennaro Migliore (totalmente evasivo su questo punto cruciale) - esprimono di fatto una grave capitolazione alla maggioranza dirigente del partito: una capitolazione tanto più clamorosa nel momento stesso in cui quella maggioranza concretizza oggi la linea politica alla quale si era opposto il 41% del partito.

Questo episodio di trasformismo si pone peraltro in un quadro più generale di degrado interno al Prc. Lo stesso dibattito sulla successione a Bertinotti è stato svincolato da ogni riferimento politico a contenuti, programmi, indirizzi: e invece si è avvitato in un confronto cifrato tutto interno sugli equilibri del gruppo dirigente, lungo una logica di scambio e compensazione tra cariche di partito, cariche di governo, carichi istituzionali. Anche questo degrado è il portato della svolta governista che, al di la delle parole, sposta sempre più il baricentro del partito sul versante delle istituzioni, a scapito, inevitabilmente, della centralità della linea di massa nei movimenti e nelle lotte. Come del resto tante volte è accaduto nella storia del movimento operaio.

Come Progetto Comunista - Sinistra del Prc non abbiamo partecipato ad alcuno scambio tra principi di classe e compensazioni politiche. Abbiamo semplicemente tenuto fede al mandato congressuale di quella larga parte del partito che, in forme diverse, ha contrastato la deriva governativa del suo gruppo dirigente. Il nostro unico obiettivo è stato quello di salvaguardare la natura di classe del nostro partito, sino all’ultimo minuto utile, nel nome di un rapporto rispettoso e profondo con le migliori energie e generosità del suo corpo militante. Che non merita ciò che sta accadendo.

Con lo stesso rispetto e trasparenza ribadiamo, tanto più oggi, ciò che dicemmo al Congresso di Venezia: “Un’opposizione comunista è irrinunciabile”. Saremo coerenti con questo impegno. Non accetteremo un partito di governo in cambio dell’accesso al governo del partito.

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