Partito
della Rifondazione Comunista
X Congresso
Intervento di Fabrizio Ferraro
Una visione d’insieme tra unità delle
sinistre ed Europa
Il X Congresso nazionale del Partito
della Rifondazione Comunista propone due documenti molto interessanti e
di pari rispettabilità, e ciò non può che essere una notizia positiva.
Queste condividono innanzitutto la necessità riconosciuta circa
l’esistenza di un partito comunista in Italia che si proponga di
rilanciare il ruolo dei comunisti e delle comuniste con nuovi strumenti
e nuove idee per risolvere i problemi dell’oggi, ma senza dimenticare la
propria storia. Il fatto che non venga presa minimamente in
considerazione l’idea o l’eventuale richiesta di scioglimento del nostro
partito, non può che essere un elemento positivo, anche se naturalmente
non è sufficiente la semplice esplicitazione di questa frase, bensì è
necessario rilanciare Rifondazione Comunista.
Entrambi i
documenti, inoltre, condividono sostanzialmente l’analisi della società
e del sistema capitalistica che ci circonda. Appare evidente a tutti noi
quanto il capitalismo, oggi nella versione neoliberista, stia
letteralmente facendo saltare le strutture sociali nel mondo
occidentale, così come continua ad affamare la restante parte del mondo
in via di sviluppo. La globalizzazione, controllata o meno che sia, ha
creato in questi trent’anni di dottrina neoliberista una corsa sfrenata
all’accaparramento delle risorse nelle mani di pochi, creando allo
stesso tempo un paradigma “inespugnabile” della scarsità di risorse per
la restante stragrande maggioranza della popolazione sia occidentale che
mondiale. Non a caso, le guerre tra poveri sono all’ordine del giorno, e
in uno scenario simile, dove crescono a dismisura le ingiustizie e le
disuguaglianze economiche e sociali, un partito comunista deve essere
presente e portare avanti le istanze degli oppressi di questo sistema,
creando una visione alternativa al quella dominante del pensiero unico.
I punti nevralgici della differenza tra i due documenti, riguardano
fondamentalmente il tema dell’Europa e la questione delle alleanze tra
il nostro partito e le altre forze a sinistra del Partito Democratico.
Sul primo aspetto, risulta evidente come questa Europa dei trattati,
dei banchieri e delle elité economiche e speculative, quasi fosse un boa
costriptor di marxiana memoria, stia rompendo da sola la struttura
creata in sessant’anni di integrazione europea. L’uso di politiche
monetaristiche a favore dell’euro e le imposizione di linee di
austerity, a maggior ragione dopo quanto accaduto in Grecia, stanno
portando l’Europa verso una lenta negazione della sovranità popolare a
vantaggio della tecnocrazia e delle banche che speculano sull’economia
reale dei paesi comunitari. Tale circolo vizioso sta facendo emergere
formazioni di destra nazionalista e xenofoba, mentre le compagini
governative della socialdemocrazia europea, provando a “temperare” gli
effetti della globalizzazione, hanno creato disastri ben peggiori
rispetto alle forze liberali e conservatrici.
Attualmente il
nostro obbiettivo è che le sinistre riescano a prendere il sopravvento
nel panorama europeo e a scardinare il sistema dall’interno, eliminando
i diktat della Troika. Con un avviso: se la missione dovesse rivelarsi
irrealizzabile nei prossimi anni, sarà inevitabilmente nostro dovere
confrontarci con l’unica strada posta di fronte a noi, ossia la
disobbedienza ai trattati sovranazionali e l’uscita dalla moneta unica.
in tal caso il nostro partito dovrà essere pronto per la difficile lotta
che si troverà di fronte
La seconda questione messa in evidenza
riguarda le possibili alleanze del nostro partito con le altre forze
della sinistra. Rivendicare giustamente l’autonomia di Rifondazione
Comunista e l’orgoglio della propria storia di lotte sociali non può
prescindere, ora più che mai, dal realizzare un vasto fronte di forze
della sinistra che sia chiaramente alternativo al Partito Democratico
(la guida di Renzi è un fattore superfluo, osservando tutto ciò che il
PD è diventato dal livello nazionale fino ai vari territori),
alternativo al sistema di austerity imposto dall’Europa, e
antiliberista/anticapitalista. Attorno a questi tre elementi devono
saldarsi le basi per un soggetto unitario e plurale per l’alternativa al
sistema dominante.
Negli ultimi anni le varie liste sottoposte
all’esame del voto non hanno dato risultati decisamente soddisfacenti ne
tanto meno duraturi. Eppure vale la pena sottolineare quanto realizzato
in Liguria con Rete a Sinistra, un soggetto politico che raccoglie da
Cofferati e i primi fuori usciti del Pd fino a Rifondazione Comunista,
capace non solo di riuscire ad eleggere un rappresentante in consiglio
regionale, ma anche di strutturarsi e di continuare il proprio percorso
aggregativo. Esperimento peraltro riuscito anche nella città di Savona
nel 2016, dove oltre ad aver presentato come candidato sindaco un membro
di spicco del nostro partito, siamo riusciti ad eleggerlo in Consiglio
comunale, aprendo allo stesso tempo il soggetto composto dai partiti
politici all’adesione di persone prive di tessere e rappresentanti del
sindacato, dell’associazionismo, delle categorie professionali e del
mondo della scuola. Rete a Sinistra non è la panacea di tutti i mali
naturalmente, ma pur con tutte le sue problematiche potrebbe essere quel
modello tanto ricercato a livello nazionale, dove le varie forze
politiche e civiche, pur mantenendo la propria autonomia, collaborano
per portare ai cittadini proposte alternative.
Proprio la
cittadinanza vuole avere delle risposte da noi ai vari problemi della
vita di tutti i giorni. Presentandoci uniti e alternativi alle tre
destre, sulla base di programmi condivisi, abbiamo la possibilità di
incidere e di dare risposte a quel popolo della sinistra che in Italia
vaga da anni senza un punto di riferimento.
FABRIZIO FERRARO
Segretario provinciale Rifondazione Comunista – Savona