Partito della Rifondazione Comunista
X Congresso

Intervento di Imma Barbarossa

Contro il capitalismo e contro il patriarcato

Finalmente i giornali si sono accorti di questo nuovo movimento di donne che riempie le strade e persino le aule universitarie, con corpi, soggettività, proposte politiche. Nuovo per la presenza massiccia di giovani e di giovanissime, nuovo perché inclusivo, aperto anche agli uomini, ma non perché ‘indifferenziato’. Certo non facciamo esami di ‘femminismo’ agli uomini; sono loro che, lungi da una solidarietà alle donne ‘vittime’, sono desiderosi di intessere una relazione con le donne e le femministe, a partire dal mettere in discussione, da singoli e/o in gruppi, gli stereotipi della mascolinità guerriera, predatoria, proprietaria. Ed è dall’America Latina, dall’Argentina, che ci viene questa forte spinta a mettere in discussione i processi di produzione e riproduzione capitalistici, ma anche sessisti, eteronormativi, oppressivi del genere e dei generi.

Roma 26 novembre 2016, Bologna 4 e 5 febbraio 2017,8 marzo nelle piazze, Roma fine aprile prossimo: colpisce in tutta questa folla di soggettivazione la scarsa consapevole presenza degli uomini “partiticamente” collocati. E dei compagni di Rifondazione comunista.

Sul carattere patriarcale e maschile del nostro partito alcune di noi hanno detto e scritto tanto; anche il nostro documento congressuale,” Rivoluzione e Rifondazione. Il Partito che vogliamo, Comunista, Femminista, Libertario, è attraversato da una critica sessuata che si appunta sugli aspetti teorici e sulle pratiche. Abbiamo detto e scritto, sia attraverso la ricca riflessione decennale del Forum delle donne, sia come singole, che un collettivo femminista in un partito comunista deve assumersi il compito primario di istruire il conflitto di genere e di costruire i nessi con il conflitto di classe. Un collettivo femminista non può essere la “commissione femminile” del Partito a cui viene dato (dagli uomini) l’incarico di tradurre “al femminile” la linea del Partito.

Antipatriarcato e anticapitalismo vanno di pari passo ma non sono automaticamente accostabili: Il percorso di costruzione del nesso è lungo e chiama in causa la consapevole messa in discussione del ruolo ‘maschile’ del gruppo dirigente (che non vuol dire solo il numero dei dirigenti maschi). Se è vero che la libertà femminile non è un fiore di serra e domanda contesti in cui agire, è altrettanto vero che le compagne non sono ‘quote’, ma devono essere presenza politica che rovescia gli stereotipi e chiama i compagni a rendere conto del perché quando parlano del partito (e della sua autoriforma) ignorano il conflitto primario.

Dicevo che la libertà femminile non è un fiore di serra. Non è un ornamento, un fiore all’occhiello, una petizione di principio, una giaculatoria. Perché il conflitto di genere possa costruirsi in nesso col conflitto di classe, c’è bisogno che si trovi ad agire in una formazione politica anticapitalistica, dove ci si eserciti umilmente e pervicacemente all’analisi di questo capitalismo che non è fatto solo di strutture economiche e di poteri finanziari, ma divora i corpi, colonizza le vite, costruisce senso comune di massa. Esattamente come questo patriarcato ‘moderno’ che usa i corpi delle donne, la loro ‘disponibilità’ alla cura, al servizio del dominio maschile, della norma maschile, ’naturalizzando’ le donne in funzione della cooptazione e quindi della omologazione all’ordine maschile.

Un soggetto politico che, come l’attuale forma e prassi del nostro partito, sia continuamente alla ricerca di come collocarsi nel frammentato, indistinto, adattativo panorama dell’attuale sinistra, più o meno disponibile alla ricerca di alleanze, non è il contesto adatto al dispiegarsi di una soggettività femminista. Forse lo è stato, ora non lo è più. Per questo abbiamo detto “a partire da noi” nel primo titolo del nostro documento: perché vogliamo ripartire dal nesso classe/genere, classi/generi, per una reale alternativa di riflessioni teoriche, di analisi sociale, di pratiche. Un’alternativa reale non può che chiamare in causa una discontinuità reale. Il soggetto unitario e plurale è qui, non nei meandri dei tavoli. Ci siamo messe in cammino per questo.

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