Contributo Conferenza d'Organizzazione 2015
Varallo 7/2/2015
La Conferenza d’Organizzazione del Circolo “Brigate Garibaldi” della Valsesia intende, con questo documento, portare il proprio contributo finalizzandolo al rafforzamento ed al rilancio del Partito.
Il contesto nel quale cade questa nostra Conferenza d’Organizzazione, caratterizzato dalla ripresa del conflitto sociale e dalla vittoria di Syriza in Grecia, ci impone di avvicinarci a questo importante appuntamento con la consapevolezza dell’inadeguatezza organizzativa del nostro Partito. Essere consapevoli della nostra inadeguatezza e l’unico modo per muoversi alla ricerca degli strumenti necessari per un indispensabile rafforzamento e conseguente rilancio. Contemporaneamente è, altresì, indispensabile provare a fare una sana critica ed autocritica tesa ad individuare correttamente le cause che hanno portato il Partito allo stato attuale, con l’obiettivo di rimuoverli e proseguire nel percorso del suo indispensabile rilancio. Nel sottolineare questo aspetto non si intendono, comunque, sottovalutare gli elementi esterni che hanno contribuito pesantemente a limitare il nostro radicamento e visibilità, come le leggi elettorali ed il vergognoso oscuramento mediatico messo in atto nei nostri confronti. E proprio partendo da questi ultimi elementi che diventa sempre più necessario operare per il rilancio dei circoli che, di fatto, sono l’unico strumento per veicolare i nostri contenuti oltre che operare sulle questioni di carattere locale. Entrando nel merito dei contenuti del documento nazionale, dopo una lunga dissertazione sul Partito comunista di massa con affermazioni, giudizi, spesso contrastanti tra loro si asserisce, che già dalla nascita Rifondazione ereditando il modello del PCI si mostrava inadeguato di fronte alle modificazioni profonde della struttura produttiva e della nostra classe. Questo giudizio, a nostro avviso non condivisibile, non tiene minimamente conto dei risultati conseguiti dal nostro Partito nei primi dieci anni della sua vita, a dispetto di quanti gli preconizzavano una vita breve, come non tiene conto che la scelta fatta dai compagni contrari allo scioglimento del PCI, pur consapevoli che il partito Comunista di massa è stato il più formidabile fattore di democratizzazione reale della società italiana come viene riportato anche dal documento nazionale, fu tutt’altro che mantenere il modello del PCI degli ultimi anni. Discontinuità nell’agire che ha portato quel nuovo e moderno Partito Comunista di massa ad essere protagonista nella vita politica italiana sino a raggiungere 130.000 iscritti ed un consenso elettorale superiore al 6% con punte dell’8%.
Noi pensiamo che la concezione di un moderno partito di massa, pur tenendo conto del fattore numerico, si contraddistingue dal suo agire politico e dagli obiettivi di radicamento nel sindacato nelle associazioni, nei territori e nei luoghi di lavoro e dalla capacità di rivolgersi alle masse. Se si perde di vista questa concezione si rischia di rinchiudersi nel più comodo recinto di Partito di quadri.
Vi è oggi bisogno di un Partito capace di promuovere conflitto e non solo di aderire ad iniziative promosse da altri soggetti.
E proprio partendo da questo assunto crediamo che la proposta di “Partito sociale” così come viene declinata, non sia adatta al ruolo a cui è chiamato un Partito Comunista.
Ciò detto, che un partito comunista debba confrontarsi con la realtà sociale prodotta dalla crisi è non solo doveroso, ma costituisce parte decisiva della propria iniziativa politica volta al superamento delle cause strutturali che provocano le crisi periodiche del capitalismo globalizzato.
Pertanto insieme all’azione mutualistica occorre ribadire la centralità della promozione e della partecipazione attiva del Partito alle iniziative di lotta contro lo sfruttamento a partire dal mondo del lavoro per allargare l’impegno su tutti gli aspetti della vita sociale delle persone.
Le iniziative di solidarietà sociale nella crisi possono accompagnare ma non sostituire le lotte rivendicative del diritto ad una vita dignitosa.
Riteniamo, di conseguenza, che il rafforzamento del nostro Partito possa aiutare il tentativo di costruire un raggruppamento delle forze di sinistra e della sinistra diffusa in grado di dare risposte a chi sta pagando il prezzo più alto della crisi e delle politiche liberiste di questo Governo.
Per raggiungere questi obiettivi non si può prescindere dal rilancio dei circoli che in buona parte resistono e seppur con scarsità di mezzi continuano con generosità a produrre azione politica.
Rilancio che a tutt’oggi necessita di un’impegno particolare, da parte delle istanze superori, visto lo stato di scollamento della maggior parte dei circoli con le proprie Federazioni. Emblematico in tal senso è il fatto che più di quaranta Federazioni non abbiano ancora versato le tessere 2014.
Per questo riteniamo importante l’avvio dell’inchiesta sullo stato dei circoli e delle federazioni attraverso il questionario che potrebbe rappresentare un nuovo inizio che porti ad un reale rilancio delle strutture di base. Per quanto riguarda la nostra Regione crediamo sia indispensabile passare, finalmente, visto che le Province non sono più elettive, a ridefinire nuovi assetti che tengano conto della realtà che vede Circoli (di fatto) senza Federazioni e Federazioni senza Circoli. Altro elemento da tenere presente e la circolazione delle idee e delle informazioni tra i Circoli le Federazioni ed il Regionale, ed in tal senso riteniamo utile la creazione dell’annunciato sito Regionale del Partito.