Contributo Conferenza d'Organizzazione 2015

DOCUMENTO CONCLUSIVO CONFERENZA D’ORGANIZZAZIONE DEL PRC DI PISTOIA

La CdO del PRC di Pistoia avendo letto e discusso il documento proposto dalla Direzione Nazionale come contributo al nostro dibattito esprime le seguenti critiche, evidenzia una serie di lacune ed esprime alcune proposte:
CRITICHE
Il documento proposto si presenta più come un documento politico, analogo a quelli predisposti per il Congresso del Partito, che come un testo per l’organizzazione del Partito. Questo risulta essere tanto più sbagliato nella misura in cui, a differenza delle fasi congressuali, si è deciso di rendere inemendabile, e quindi NON modificabile, quanto affermato nel documento.
Persiste una preoccupante tendenza auto assolutoria. Non esiste alcun cenno autocritico sugli errori fatti nel corso degli anni: la sottovalutazione dell’importanza dell’organizzazione (per una lunga fase il PRC non ebbe neanche un responsabile organizzazione); la totale assenza di una analisi sul perché il PRC non ha più da anni nessuna presenza organizzata nel mondo del lavoro; la più totale ed inquietante assenza di una valutazione sul perché in 5 anni si sia passati da 70.000 a 15.000 iscritti. Ci si limita infatti a sottolineare le colpe della società, la inefficacia di un modello mutuato da quello che fu il PCI (proponendo per altro una serie di valutazioni sbagliate e fuorvianti) ecc.
La proposta che emerge dal documento sembra prendere atto della situazione esistente proponendo un modello organizzativo conseguente, più che affrontare coraggiosamente i limiti del nostro modello organizzativo e, sulla base dell’obiettivo, rimodellare il partito.
Si propone, e le modalità di discussione di questa Conferenza nonché il susseguirsi di commissariamenti di federazioni e regionali lo testimoniano, un’idea del nostro dibattito interno tutt’altro che articolata e democratica.
LACUNE
Si propone una giusta enfasi del ruolo dei movimenti di lotta ma registriamo una preoccupante sottovalutazione ed un indicativo disinteresse del rilancio e dell’organizzazione dei nostri compagni e delle nostre compagne all’interno delle grandi organizzazioni di massa (ARCI, ANPI ecc.) e delle OO.SS. che non può risolversi nella sola e stanca riproposizione del coordinamento delle lavoratrici e dei lavoratori.
PROPOSTE
Noi riteniamo che il PRC debba organizzarsi sulla base di quello che è il modello sociale, politico ed economico imposto da quello che dovrebbe continuare ad essere il nostro “avversario politico” e del sistema capitalistico.
In questo senso:
Proponiamo che durante il prossimo anno il PRC si sforzi a definire un’analisi approfondita e articolata della realtà sociale politica ed economica dei nostri territori (tanto per fare un esempio oggi esistono realtà produttive e sociali che non sono necessariamente corrispondenti all’attuale confine dei circoli territoriali o provinciali)
Alla luce di quell’analisi proporre una serie di sperimentazioni sulla base delle quali verificare la giustezza e la efficacia del nuovo modello.

ORDINE DEL GIORNO SUL LAVORO E L’ORGANIZZAZIONE DEL PARTITO

La Conferenza d’Organizzazione, considerando i decreti attuativi del Consiglio dei Ministri della legge delega sul lavoro con:
la sostanziale abrogazione dell’art. 18 della legge 300/70 in tema di licenziamenti economici, disciplinari e collettivi e, quindi, della possibilità di reintegro nel posto di lavoro ordinato dal giudice;
la cancellazione del contratto di collaborazione e progetto che obbligherà i lavoratori ad aprire la partita IVA e aumenterà, conseguentemente, il lavoro sommerso;
la sostanziale modifica dell’art. 2103 del codice civile che da oggi prevede la possibilità di demansionamento del lavoratore subordinato;
esprimendo giudizio fortemente negativo sugli stessi
RITIENE
che il Partito debba sviluppare un rapporto stretto con le OO.SS. e le RSU per organizzare quella risposta politica, dallo sciopero al referendum, che è mancata in sede parlamentare
che il Partito debba cogliere l’occasione della risposta al Jobs Act per definire una propria presenza in tutti i luoghi di lavoro e del sapere: fabbriche, Centri Commerciali, Ospedali, Uffici, sedi istituzionali, banche, call-center, trasporti, servizi, centri di ricerca, scuole, università ecc.. Questa presenza preveda la Rifondazione dei Circoli (anche di settore), ma, in ogni caso, la presenza in ogni luogo di almeno un Delegato Comunista
che anche per questi motivi tutte le istanze del Partito, a partire dai Circoli, debbano operare per costruire una coalizione politico-sociale antiliberista sui temi del lavoro, così come proposta a livello nazionale dal segretario generale dei metalmeccanici Maurizio Landini, che sappia affrontare con proposte e soluzioni concrete le numerose crisi industriali che hanno riguardato e continuano a riguardare i territori.

OdG Musei fiorentini

Le organizzazioni sindacali CGIL e UIL hanno indetto uno sciopero per i lavoratori - prevalentemente precari - che sono occupati presso i Musei fiorentini, nei giorni intorno alle festività pasquali, perché fra pochi mesi scadono i loro contratti senza che il Comune abbia dato alcuna garanzia che nel nuovo capitolato di gara venga inserita la clausola sociale per il mantenimento del livello occupazionale e delle condizioni contrattuali e retributive.

Naturalmente e logicamente il sindaco di Firenze Nardella, renziano della prima ora, ha preso le difese dei turisti che in quel periodo affolleranno Firenze dicendo che questo sciopero danneggia la visibilità della città.
Nardella, come il suo predecessore Renzi, dimostra così che il suo interessamento per i lavoratori, soprattutto precari, nonostante tutte le chiacchiere che ogni giorno propina il PD, è pari a zero.

Pensiamo sia nostro dovere prendere posizione diversa da quella di Nardella, giustificare e condividere la presa di posizione di CGIL e UIL per quei lavoratori se non avranno la certezza della loro conferma del posto di lavoro.


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