Contributo Conferenza d'Organizzazione 2015 Documento conferenza d'organizzazione Circolo Olga Benario - Catania Il circolo Olga Benario del PRC di Catania, nella conferenza d’organizzazione, tenuta il 13 marzo 2014, ha votato all’unanimità il seguente documento, bocciando il documento proposto dalla Direzione. Nel documento di maggioranza c’è una rimozione fondamentale sullo stato disastrato del partito (il tesseramento del 2014 perde un terzo rispetto al 2013, già precipitato a 23000 iscritti) e sulla relazione che sussiste fra tali limiti e la pratica politica e sociale promossa in questi anni: come se le cause oggettive fossero sufficienti a spiegare la dimensione della nostra crisi . Da Chianciano in poi, nonostante la crisi (d’iscritti e di voti), sono state spese tutte le energie in operazioni tattiche di costruzione di alleanze senza un impegno adeguato per ricostruire un consenso reale nella società, non si è proceduto a un rinnovamento del partito e del suo gruppo dirigente , ci si è rinchiusi in uno stile di direzione politica sempre più escludente e poco democratico. Non si è messo mano a eclatanti carenze soggettive : si pensi all’assenza di un impegno operativo organizzato sul fronte del lavoro e del sindacato . E’ stata clamorosa l’incapacità di costruire un’iniziativa strutturata , stabilendo una stabile e feconda interazione tra il centro e la struttura territoriale . Rifondazione Comunista ha rinunciato a svolgere un proprio ruolo significativo, abdicando a una pratica sì interna ai movimenti e limpidamente unitaria, ma nel contempo capace di valorizzazione la propria autonomia. Il rinnovamento del partito non si riduce alle pratiche del partito sociale, del resto più usate per la battaglia interna che per costruire esperienze reali. Lo diciamo, a partire dall'esperienza di un circolo che invece ha fatto costruito realmente pratiche solidali (gap, gas, sportelli) ne ha misurato le potenzialità e i limiti e ne sootilinea adesso, consapevolmente l’intreccio con altri elementi fondamentali per la ricostruzione di un radicamento sociale. Il primo aspetto riguarda la presenza nel sindacato e fra i lavoratori. Quest’aspetto è sostanzialmente trascurato nel documento di maggioranza . Ne discende un’impostazione complessiva che tende a smarrire nella pratica - più che nelle enunciazioni – la ragion stessa di un partito comunista, e cioè la rappresentanza, in primo luogo del mondo del lavoro. L’altro grande rimosso è il terreno istituzionale. Qui, i vizi di elettoralismo vengono scambiati con la sottovalutazione del ruolo essenziale della contesa istituzionale. Non è possibile in sede locale dare una valenza politica all’iniziativa mutualistica se, in contemporanea, non si affronta il nodo del welfare locale. In generale, la questione delle istituzioni e delle relative politiche non può in un partito comunista non essere meritevole di un minimo approfondimento. Come non constatare, che la flagrante assenza nel documento di maggioranza del terreno istituzionale è ascrivibile al fatto che, assieme alle scelte elettorali, si punti a delegare la partita istituzionale al nuovo soggetto della sinistra? Occorre rilanciare il partito a cominciare dal suo tesseramento . Dovrebbe essere chiaro come l’indeterminatezza organizzativa oltre che politica delle forme di riaggregazione della sinistra, a partire dalla lista Tsipras hanno creati ulteriore confusione e passività su questo terreno. Inoltre, nello stato di crisi in cui versa il partito, se non si promuove un processo di nuove adesioni favorendo la convergenza di altre forze che condividono un’opzione comunista , vi è il rischio che non esista la massa critica necessaria a mantenere in campo un partito degno di questo nome.Infine c’è un problema di democrazia interna . Nel corso degli ultimi anni il processo di accentramento decisionale nelle istanze nazionali è cresciuto a dismisura: occorre un sano ribaltamento di questa logica restituendo alle strutture di base poteri, ruoli e un’autonomia maggiore . Preoccupante appare l’uso del commissariamento, non per supplire a carenze del partito ma per modificare equilibri politici interni, mentre non si interviene in territori dove la presenza del partito è sparita ormai da anni. Ribadiamo la preoccupazione enorme per le sorti del partito in provincia di Catania: il CPF non viene riunito da tempo immemorabile, il Partito è assente in quanto tale da ogni vicenda politica e sociale, nulla è dato sapere del suo stato. In queste condizioni parlare di conferenza d’organizzazione appare semplicemente paradossale. Il circolo Olga Benario in questi anni, scontrandosi con numerose difficoltà, è cresciuto sul piano organizzativo, dell’iniziativa politica e delle relazioni sociali. La scelta coraggiosa di un forte investimento, totalmente autofinanziato, per aprire una nuova e assai più grande sede è stata coronata da un grande successo che esige però un impegno sempre crescente.
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