Contributo Conferenza d'Organizzazione 2015
ODG approvato da 10 circoli su 12 nella federazione di Ravenna
Il nostro partito sta vivendo una situazione di grande difficoltà, non ha più il giornale, a fatica riesce a mantenere una certa struttura organizzativa, ha pochi iscritti e non riesce a radicarsi nei territori, in più non è uniforme nelle scelte politiche di interesse comune territoriali ed anche nazionali, vengono privilegiati, da parte di alcuni, interessi personali e non del partito, di corrente, come pure ci sono punti di vista divergenti su come arrivare all'obiettivo, questo va bene perchè è fonte di discussione fino a quando non si crede, come qualcuno fa', di essere il depositario della verità assoluta.
Riteniamo che la situazione, del nostro partito, sia da imputare alle scelte sbagliate che in questi anni sono state fatte e da chi al nostro interno voleva sciogliere il PRC.e poi è uscito dal partito fondando un'altro soggetto politico.
Le scelte sbagliate sono state quelle di essere, a parole, un partito di lotta, anticapitalista e antiliberista, invece abbiamo scelto il percorso istituzionalista votando i vari passaggi che hanno portato alla privatizzazione di quasi tutto il patrimonio pubblico e di andare a traino di quelle forze politiche che in questi anni hanno devastato lo stato sociale, stravolto la Costituzione, e fatto leggi a beneficio dei potentati economici e stanno portando il paese alla povertà, e noi siamo visti come complici di quelle scelte, in quanto abbiamo fatto parte di quei processi avendo, in varie fasi, fatto parte di quei governi che hanno attuato certe scelte, perciò abbiamo perso credibilità.
Anche se questo stare insieme era il ricatto e il bisogno di battere Berlusconi,
siamo sempre andati al traino, abbiamo sempre avuto paura di non farcela, di non essere sufficienti, e queste paure ci hanno portato alla situazione attuale.
Anche il modello di FED da tanti paventato, è o sta finendo miseramente, sarebbe stata una occasione per riunire i Comunisti senza farne un cartello elettorale, ed oggi il pdci non sarebbe a rimorchio di Vendola, in quanto non ci sarebbe ma, avrebbe aderito alle primarie solo qualche esponente, certi nostri dirigenti nazionali, ma anche chi è stato pronto a dire sì, perchè lo ha detto il capo, è colpevole di questi sbagli.
Oggi c'è bisogno di un'azione politica che rompa i soliti schemi, una politica che veda come traino delle lotte e dei conflitti sociali, e non solo col volantino in campagna elettorale, una politica che coinvolga e che dia motivazione a tutti i nostri militanti e simpatizzanti affinchè si sentano partecipi del lavoro e delle lotte del partito, come pure tutti quei movimenti che oggi tengono le distanze dai partiti sentano il bisogno di una forza organizzata di proposta e di lotta.
Per fare questo c'è bisogno di un salto di qualità, c'è bisogno di togliere qualsiasi ambiguità non si può dire questo non va bene, fare assemblee o riunioni per dire che si è contro a determinate scelte, e poi dentro le istituzioni fare il contrario di quello che si è detto o ancor peggio nell'ambiguità più assoluta, astenerci, in questa maniera non saremmo mai capiti, non recupereno la credibilità persa,
e per la gente saremo omologati agli altri.
Oggi non cè Berlusconi, il pd appoggia il governo Monti insieme al pdl e udc, perciò non c'è il pericolo della destra, in quanto sono parte della stessa maggioranza, hanno varato leggi e norme antipopolari e stravolto la stessa Costituzione, riteniamo che da questa forza politica, a differenza di altri che si dichiarano di sinistra ma sono pronti a vendersi per una poltrona, noi dobbiamo distinguersi e prendere le distanze non solo a parole ma con i fatti.
Dobbiamo essere i promotori ed essere al fianco di tutte le forze e componenti che si riconoscono alternative alle politiche del governo Monti e anticapitaliste, senza se e senza ma e su tutte le questioni che interessano il territorio dalla scuola alla sanità alle municipalizzate alle scelte di carattere economico ai servizi sociali dobbiamo intervenire e far sentire la nostra voce con le nostre idee e le nostre proposte, e non aver paura di dire che l'imu o altre tasse che mettono in difficoltà gli enti locali sono il frutto di quei partiti di cui i sindaci, i presidenti provinciali e regionali fanno parte
pertanto la smettano di fare le vittime, se sono veramente dalla parte dei cittadini che dicono di rappresentare si dimettano o facciano la disubbidienza fiscale, al posto di trasferire i soldi al governo centrale, prima si tengono il fabbisogno e poi fanno il trasferimento.