Contributo Conferenza d'Organizzazione 2015
Documento prodotto dal circolo PRC M. Musu Nomentano
Il Circolo, pur esprimendo un giudizio dubbioso sul documento della Direzione (molto analitico, poco propositivo e carente per alcuni aspetti) ha espresso un voto positivo, ritenendolo in parte valido ed utile alla discussione in atto. Nel contempo ha elaborato un proprio documento, portando l'esperienza del circolo, che viene trascritto nelle righe successive:
La battaglia della Grecia per contrastare le politiche economiche della BCE, del FMI, della funzionalizzazione dell’economia a discapito del lavoro giustifica una conferenza di organizzazione che altrimenti non avrebbe trovato elementi di discussione in questo momento in cui nel partito non c’è una elaborazione innovativa capace di ridare fiato ed entusiasmo ai compagni.
Riconosciamo la necessità di ricostruire il ruolo del PRC nell’organizzazione e rappresentanza degli interessi di classe, e di contrastare con la presenza nei conflitti e nelle situazioni di disagio sociale la diffidenza che si è creata verso i partiti intesi come cosche, caste, agenzie di collocamento nelle istituzioni di soggetti senza ideali, tesi alla conquista di privilegi personali. La vicenda di mafia capitale è solo un episodio di questa realtà, ma quanto il nostro partito è attrezzato per incidere sull’esistente e quanto lo è per programmare una strategia che ci porti alla guida delle numerose proteste organizzate, ma totalmente prive di coordinamento che agiscono sui diversi fronti ?
Uno dei nostri problemi è la memoria del passato, quando nelle istituzioni non abbiamo sempre compiute le scelta adeguate, e non è facile riconquistare il terreno perduto allora.
Ora, in una situazione economica e sociale in continuo mutamento, con l’Unione europea controllata dall’alta finanza, con le pesanti ingerenze degli accordi commerciali internazionali, come il TTIP, volti a scardinare i diritti dei cittadini e scavalcare le leggi degli stati per affermare il diritto del libero scambio di merci e esseri umani assimilati a semplici variabili del costo del lavoro, nel mito della competitività tra aziende e gruppi economici che ha portato allo scempio del Jobs act renziano, il nostro partito non è più il solo punto di riferimento per chi si oppone al capitalismo avanzante su tutti i fronti, per questo riteniamo che sia ormai inderogabile un impegno nella costruzione del nuovo soggetto di sinistra che ha preso l’avvio con le ultime elezioni europee.
Il dibattito interno è purtroppo ancora caratterizzato da una presenza di correnti deleteria e immobilizzante. Nel nostro circolo si è sempre cercato di dar voce e ruolo a tutte le istanze, ma non sembra sia servito, abbiamo perso iscritti e il ricambio generazionale è lento e insufficiente. Nelle nostre riunioni siamo sempre di meno, la militanza è ridotta a pochi elementi di buona volontà. La cessione di partecipazione alle competizioni elettorali all’Altraeuropa ci pone il problema di comprendere come dare visibilità al partito, cosa che non sembra condivisa da tutte le componenti, anche negli organismi dirigenti, tra i quali esistono posizioni diverse: alcune tendenti allo scioglimento del partito e alla confluenza nel nuovo soggetto politico senza caratterizzazione ideologica, altre, intermedie, che vorrebbero mantenere la struttura del PRC come impalcatura marxista e tentare di egemonizzare i comitati dell’Altraeuropa, ma non manca una minoranza che vede con diffidenza il progetto e si oppone a qualsiasi cedimento che leda l’identità del partito.
Noi siamo d’accordo sul punto che tratta il radicamento del partito nelle diverse soggettività come presenza attiva di militanti comunisti capaci di connettere esperienze diverse all’interno di un discorso unitario, però riteniamo che le proposte fatte siano insufficienti a rendere possibile questa operazione. Occorrerebbe innanzitutto un nuovo Statuto, quello attuale non è aggiornato alla condizione odierna, caratterizzata da modi di comunicazione e partecipazione completamente diversi da quelli di un tempo, come il risultato delle elezioni europee, ottenuti spesso con mobilitazioni via internet, ha dimostrato, ma anche l’organizzazione del partito nella nostra città ci sembra inadeguato. Nonostante la buona volontà del segretario federale, la produzione di numerosi documenti, il richiamo a continue mobilitazioni, non ci sembra che il partito riesca a muoversi efficacemente, ciascun territorio sembra andare per proprio conto, senza riuscire a compattare le forze per rispondere all’esigenza di essere presenti in tutti i luoghi del conflitto sociale. Riteniamo quindi che ci sia necessità di un organismo responsabile dell’organizzazione che riesca a coordinare le iniziative, superando le difficoltà dovute a sedimentazioni correntizie e visioni tattiche differenti
Circa la proposta di partecipare alla organizzazione di una festa cittadina del partito chiediamo un momento di riflessione. La gestione fallimentare delle ultime feste va analizzata, studiata, dobbiamo decidere la funzione e le caratteristiche di queste manifestazioni, ne va dell’immagine di Rifondazione comunista. Noi riteniamo sia meglio nessuna festa che una festa fallita, ma se si deciderà di farla metteremo tutte le nostre forze a disposizione del partito come sempre.
Il nostro circolo è stato a volte criticato per la relativa attività sul territorio, oltre che per la poca presenza di giovani, al momento solo tre dei quali due nuovi iscritti, ma non si tiene conto dei cambiamenti avvenuti in un quartiere ormai privo di classe operaia, caratterizzato da una piccola borghesia scontenta e divisa tra la simpatia verso il PD e le formazioni di centro.sinistra, con una minoranza attiva nelle organizzazioni di centro-destra ed estrema destra. Non dimentichiamo che il municipio è stato governato anche dal PDL, con dirigenti provenienti da Alleanza Nazionale, fiancheggiatori di Forza Nuova, clientelisti, nostalgici del fascismo e delle sue pratiche di controllo totale sull’economia del territorio. Finché siamo stati anche noi nelle istituzioni municipali siamo riusciti a creare sinergie con il PD e gli altri partiti di centro sinistra, in seguito queste collaborazioni sono cessate, il PD ha scelto di cancellare la nostra presenza, anche cercando di emarginarci nella fondazione di una sezione ANPI. Se siamo riusciti a mantenere un presidio comunista al Trieste Nomentano lo dobbiamo alla presenza dell’associazione per i diritti sociali e civili Art. 3, che ci ha consentito di utilizzare le sue strutture per il comitato dell’acqua del II municipio, mettere in atto campagne per la raccolta firme di ogni tipo, ora stiamo raccogliendo quelle contro l’obbligo di pareggio di bilancio inserito proditoriamente in Costituzione, e qui è nato il comitato elettorale per l’Altraeuropa di Roma e provincia, si sono svolti convegni sulla Costituzione, proiezioni di film sulla Resistenza, riunioni del comitato cittadino Altraeuropa, la stessa presenza di un CAF e di strutture ricreative per i cittadini del quartiere ha avuto la funzione di mantenere una nostra presenza sul territorio. L’associazione d’altronde è stata fondata con questo fine dal compagno Sante Moretti, che conscio delle difficoltà di radicamento del partito in un territorio difficile, ha avuto la lungimiranza di affiancare al circolo questa attività che a nostro parere andrebbe replicata ovunque ci sia un circolo di Rifondazione Comunista.
Se vogliamo arrivare al traguardo di almeno 20.000 iscritti nel 2015, e arrivare a un bilancio di 300.000 euro nel 2016, dobbiamo potenziare le nostre capacità organizzative e dimostrare alla cittadinanza che siamo diversi dagli altri partiti per competenza, combattività, esperienza, anche la formazione del nuovo soggetto politico avrà bisogno di noi, della nostra capacità di elaborazione e organizzazione, e questo lo sanno bene le forze politiche e i movimenti che confluiscono e operano con l’Altraeuropa, con tutte le differenze che ci caratterizzano hanno potuto verificare sul campo come sia indispensabile la collaborazione di Rifondazione Comunista nell’organizzazione delle iniziative, ma è ora che il partito si faccia chiarezza su se stesso, sulla sua strategia, sui fini ultimi che si propone, per questo ci sarà bisogno di mettere in campo tutte le energie di cui disponiamo per rinnovarci e partecipare alla costruzione di una sinistra anticapitalista forte, ampia, nella quale i comunisti confluiscano da posizioni di forza e non di truppa di rincalzo.
Circolo PRC “Marisa Musu” – Secondo Municipio