Contributo Conferenza d'Organizzazione 2015
PROPOSTE PER LA RIORGANIZZAZIONE E IL RILANCIO DI RIFONDAZIONE COMUNISTA
Obiettivo di queste proposte è anzitutto quello di rilanciare Rifondazione Comunista in quanto essa rappresenta un tessuto di militanza, di intelligenza politica, di elaborazione indispensabile per qualsiasi progetto di alternativa.
La discussione relativa alle scelte organizzative è conseguente alle scelte congressuali.
Le proposte riorganizzative che avanziamo vogliono essere primi passi concreti di miglioramento ed avanzano idee organiche alla prospettiva strategico/politica su cui abbiamo scelto di muoverci:il rilancio del Partito e la costruzione di una sinistra antiliberista.
Alcuni punti di analisi:
Cambiare la politica, cambiare il partito.
Il percorso della crisi economica è tutt’altro che esaurito, e si ripercuoterà in maniera pesante sulle condizioni di vita e di lavoro di milioni di persone, nel nostro paese e in tutta Europa.
Le proposte liberiste sono destinate ad aggravare e allungare i termini e le ricadute della crisi. C’è una profonda identità di analisi e di proposta che unisce Centrodestra e Centrosinistra.
La frammentazione e il disgregarsi del blocco politico, che per anni si è identificato nella proposta della sinistra in Italia sono il frutto della riduzione-annullamento del ruolo sociale del mondo del lavoro, dello smantellamento delle conquiste sociali frutto di anni di lotta, della riduzione a risposta individuale come unica possibile sui temi del lavoro e dei diritti.
I dati elettorali europei e la recente vittoria di Syriza in Grecia, rappresentano una speranza ed una strada da seguire. Occorre unificare e dare rappresentanza a centinaia di lotte per la difesa del lavoro,del territorio,della democrazia,dei diritti. In questo senso va rafforzata ed ampliata l'esperienza dell' Altra Europa per dare rappresentanza politica alle lotte sociali.
All’interno di questa situazione sta il nostro lavoro,il compito di Rifondazione Comunista.
Occorre un profondo lavoro per la ricomposizione della classe e del blocco sociale che può produrre l’alternativa, unitamente alla ricostruzione di un'egemonia culturale della sinistra. Esiste ancora un mondo vasto di soggetti sociali e politici che non trovano rappresentanza, che si esprimono soprattutto in conflittualità specifiche, che guardano a noi con minore diffidenza rispetto al recente passato ma con cui ancora non siamo riusciti a costruire una solida alleanza.
Dobbiamo cambiare il nostro modo di agire ripartendo dalle realtà territoriali, dai conflitti sociali in cui spesso i nostri compagni sono protagonisti, per unificare le lotte in un movimento di difesa del lavoro, per organizzare la difesa sociale, ricomporre la sinistra, a partire dalle realtà in cui la sinistra opera insieme.
Per cambiare la politica dobbiamo cambiare il partito, dobbiamo ridisegnare un partito comunità in cui il patrimonio collettivo di esperienze, di saperi, di pratiche alternative sia rapidamente trasmesso e comunicato, in cui le diversità siano ricchezze e non logiche di appartenenza, dove non prevalga la tutela delle componenti, dove non sia prevalente il ruolo istituzionale, dove la democrazia e le regole siano strumento di accrescimento, un modello di comunità partecipata. Pensiamo che uno dei limiti della pur generosa esperienza di Rifondazione Comunista, sia stato proprio quello di aver sottovalutato la condivisione fondata su ideali,una cultura, una politica, che alluda a un progetto di società, che può essere realizzato se non si scinde il momento politico da quello sociale, culturale ed elaborativo. Ciò non esclude un sano pluralismo, che non deve mai però essere ostaggio delle cristallizzazioni correntizie che hanno finora ostacolato il confronto orizzontale e verticale, la crescita comune all’altezza delle dure sfide che il partito si è trovato ad affrontare. Una fisionomia organizzativa libera da ricatti di componenti che l’hanno resa inefficace.
Occorre anzitutto ricostruire il senso di appartenenza a Rifondazione, riflettere per ridefinire il nostro modo di funzionare ed agire, verificando l'efficacia delle nostre strutture e modalità di lavoro a partire dalla valorizzazione della principale nostra risorsa che è la militanza ed il radicamento territoriale.
Le idee e le proposte avanzate partono da ciò, dalla volontà di provare a rendere maggiormente efficace la nostra azione e l'opposizione alle politiche antipopolari e per ricostruire la sinistra e l'alternativa nel nostro paese ed in Europa,come e'avvenuto in Grecia.
Per questo serve un partito che cambi il proprio modo di essere: alla straordinarietà dei tempi e della crisi politica, economica e sociale deve corrispondere una proposta di "vita interna" fortemente motivante ed innovativa che rilanci la collegialità e la socialità, capace di divenire attrattiva verso chi ha rinunciato all’idea che la politica possa tornare ad essere utile a cambiare la società a partire dalla vita quotidiana.
Identità, progetto, programma, radicamento, organizzazione: sono i punti su cui articoliamo la nostra riflessione organizzativa, con l'obiettivo di essere agenti attivi/utili per la ricostruzione della sinistra, di una sinistra che contrasti e non subisca i processi in atto. Serve un Partito politico promotore della democrazia, dei processi partecipati, ben sapendo che il canale per la costruzione delle necessarie nuove forme partecipative non è pensabile siano solo i partiti.
Per questo è importante anzitutto l'inchiesta sul Partito, il "censimento" di ciò che siamo oggi.
Adottare modalità di lavoro collegiale che si basino su inchiesta, verifica dei risultati, valorizzazione delle buone pratiche, individuazione, promozione, emersione di nuovi gruppi dirigenti, definizione e realizzazione di un programma condiviso sulla base di un lavoro che metta in comunicazione l'attività territoriale e il partito nazionale.
PROPOSTE DI RIORGANIZZAZIONE
- partire dalla nostra presenza reale (verificata con inchiesta, dati tesseramento, verifica ragionata del lavoro/campagne realizzate)
- raggiungere l'obiettivo che le proposte del partito e le elaborazioni/esperienze (di militanze politiche, amministrative ecc.) siano frutto/espressione di un lavoro collettivo diffuso su tutto il territorio nazionale (centro/periferia - periferia/centro)
- far emergere e circolare le "buone pratiche"
- ricostruire una azione collettiva, democratica, unitaria del nostro Partito che parta dal reinsediamento che abbia come nodi le "aree regionali" definite ridisegnando in alcuni casi specifici, i "confini" territoriali definendo aree non necessariamente coincidenti con le Regioni attuali (esempio: Molise-Abruzzo, Valle d'Aosta-Piemonte) e le Federazioni/”zone provinciali”.
Le "aree regionali" e le “zone provinciali” possono essere il punto di ripartenza, i "nodi" promotori del reinsediamento, della ricostruzione di una azione coordinata ed efficace del Prc.
Le "aree regionali" debbono essere i nodi di articolazione e promozione delle campagne ed iniziative del Partito, avvalendosi dell' esperienze e competenze presenti a livello nazionale, che possono essere utilmente valorizzate.
- dentro le "aree regionali" è necessario definire, con criteri legati a storia/cultura/analisi economica e sociale/elementi geografici/collegamenti/nostra presenza, le "federazioni" ("Zone") omogenee, non necessariamente coincidenti con quelle attuali (è possibile definire accorpamenti intelligenti tra aree provinciali che rispondano ad azione politica legata ad insediamenti o anche ad es. ad un numero indicativo di iscritti per organizzare una Federazione, garantendo una struttura organizzativa ed un organo dirigente supportato da una necessaria presenza che garantisca il confronto/dibattito/iniziativa politica) (es. il coordinamento realizzato in Europa dai nostri circoli o alcuni accorpamenti già realizzati - Aquila ed Avezzano - ed altri, molti, che si rendono possibili e/o necessari sia a causa di scelte amministrative, sia per la modificata presenza nostra).
La decisione relativa a questi possibili accorpamenti, che dovrebbero essere resi possibili statutariamente, potrebbe essere demandata ad una proposta avanzata sia nazionalmente che territorialmente e potrebbe prevedere l'approvazione da parte dei rispettivi Cpf e/o Cpr con l'avallo della Direzione Nazionale.
- sono necessari "nuclei", come previsto dallo Statuto, che garantiscano l'insediamento e l'iniziativa diffusa sul territorio. Occorre rilanciare la presenza organizzata di circoli di luogo/settore di lavoro, prevedendo coordinamenti di settore come strumenti per ricostruire un radicamento nei luoghi di lavoro e di studio.
- i circoli tematici possono essere strumento utile di organizzazione/azione per soggetti accomunati anche dalla loro collocazione nella società, dotati di quella funzione vertenziale che deve caratterizzare la vita di tutti i circoli. Fondamentale è il rapporto tra questi circoli e le articolazioni territoriali, sia per impedirne un ripiegamento di tipo parziale, sia per riversare, su tutto il partito, il lavoro prodotto.
- occorre dare ruolo specifico ad ogni organismo dirigente evitando la ripetitività
- per dare maggiore valore ai territori, la Direzione Nazionale potrebbe essere composta dai "segretari/ie regionali" (secondo le definizioni territoriali scritte in precedenza) + segretari/ie di grandi federazioni/città metropolitane + una parte di dirigenti definiti al congresso ("competenze/ruoli centrali).
COSTRUZIONE DI UN PARTITO DI UOMINI E DONNE
Formula da decenni ripetuta e ora ossificata e immiserita nel PRC dalla difficile e mal digerita applicazione delle regole sulla democrazia di genere, che naturalmente vanno mantenute come minime garanzie, ma sono ormai insufficienti a garantire il salto di qualità nella relazione dei generi nel Partito, che Rifondazione dovrebbe fare nella costruzione del proprio futuro. Per questo, se non si vogliono percorrere strade tortuose o elitarie, non basta l’esperienza autorevole di femministe, dirigenti di partito, protagoniste di lotte di precarie, tutte presenti e preziose nel nostro partito, ma occorre dare parola a loro e alle compagne tutte del PRC e a tutte le donne che ci sono state vicine in questi anni, in una Conferenza delle donne che rimetta a tema l’intreccio fra femminismo e comunismo e reinventi le modalità dello stare insieme delle donne in un Partito, della loro internità e relazione con i movimenti di donne e femministi in Italia, in Europa e nel mondo, del loro contributo alla costruzione di un progetto di società che garantisca non solo la dignità delle donne, ma rafforzi quella libertà femminile che oggi il volto a volte violento (femminicidio), a volte paternalistico del “turbo capitalismo” tende inesorabilmente a schiacciare e a soffocare.
ISCRIZIONE
- regolamentare l'iscrizione on line (il lavoro svolto in questi mesi e' positivo e va rafforzato) in rapporto con i territori
- prevedere che il tesseramento possa essere, attraverso RID (o altre forme), una vera e propria forma di autofinanziamento (con la concreta possibilità di preventivare le risorse disponibili, seguendo il piano nazionale in atto)
- confermare e valorizzare la possibilità di pronunciamenti/consultazione delle/degli iscritte/i (vedi Statuto)
- dare continuità alle periodiche assemblee delle/dei segretarie/i di circolo
ORGANISMI DIRIGENTI E RUOLO
Il livello nazionale deve garantire: la rappresentanza, l'elaborazione, la direzione, il confronto con movimenti e forze nazionali ed internazionali, l’organizzazione di campagne generali, le competenze specifiche, i confronti elettorali nazionali ed europei, l’articolazione programmatica, il rapporto con istituzioni e forze nazionali, il coordinamento di formazione, il tesseramento, le politiche di autofinanziamento, l' amministrazione generale, le pratiche sociali, la comunicazione.
I dipartimenti devono elaborare le linee politiche dei settori, valorizzando le competenze e le esperienze di lavoro presenti sul territorio, coinvolgendo le competenze disponibili sul territorio nazionale e aprendo anche a specifici contributi di simpatizzanti, sostenitori, ecc. Debbono, laddove questo non accade già, divenire reti aperte, in grado di funzionare anche con l’ausilio delle tecnologie telematiche (vista la scarsità di risorse) e di produrre momenti di riflessione, di formazione, di intervento politico in cui sia il partito ad essere soggetto promotore e catalizzatore.
"Aree regionali":
coordinamento e direzione politica territoriale, definizione politiche/programmi territoriali, rapporto con istituzioni/enti/forze regionali, coordinamento tesseramento, confronti elettorali regionali, politiche di autofinanziamento, formazione, articolazione campagne, coordinamento tesseramento (rapporto con Federazioni e Nazionale). E' da prevedere un appuntamento programmatico periodico.
E' da prevedere una assemblea dei segretari di circolo periodica. Prevedere l'inserimento/il riconoscimento nello Statuto del livello "regionale" (come inizialmente definito).
Federazioni (Zone):
coordinamento e direzione politica territoriale (dei Circoli/Nuclei), definizione politiche/programmi territoriali, rapporto con istituzioni-enti-forze, tesseramento, confronti elettorali, politiche di autofinanziamento, formazione, promozione e articolazione delle campagne. Partecipazione all'appuntamento programmatico periodico regionale e realizzazione di analogo obiettivo territoriale. Proposta:del Cpf potranno far parte i segretari di circolo (e rappresentanti nuclei/coordinatori territoriali). Ciò rafforzerebbe anche la natura di “portavoce”, rappresentante della realtà territoriale, della/del segretaria/o di “Federazione”.
Proposta; dotarsi di segreterie ristrette (di norma: segretari, tesorieri, resp.org/etc.) e di gruppi di lavoro.
Circoli/Nuclei:
rappresentano la base fondamentale dell’attività del partito: attività politica sul territorio, tesseramento, articolazione delle campagne, promozione di iniziative ecc.
Stefania Brai
Loredana Fraleone
Stefano Galieni
Vito Meloni