Contributo Conferenza d'Organizzazione 2015

“IL MURO DI GOMMA” DEL PATRIARCATO

Abbiamo letto con attenzione il documento preparatorio approvato dalla Direzione nazionale per la Conferenza di Organizzazione del PRC che si terrà a Roma nei giorni 11 e 12 aprile 2015, in particolare il punto E, intitolato “Il muro di gomma del patriarcato”. Ci sembra un’analisi interessante, a tratti anche acuta, del maschilismo diffuso nel partito, come precipitato del carattere patriarcale della società ‘postmoderna’. Un patriarcato di tipo nuovo, da alcune studiose femministe definito postpatriarcato, che modifica e sussume le vite, il senso comune, le culture, la coscienza stessa di donne giovani e meno giovani, “arruolandole” nell’universo neutro maschile.
Un postpatriarcato che potremmo anche definire fratriarcato, ossia uno spazio pubblico, o, meglio, un campo,in cui gli uomini rivaleggiano fra di loro, competono per il potere e la visibilità, dentro un recinto autoreferenziale dove le donne entrano solo se stanno alle stesse regole dei maschi.
La proposta di documento, tuttavia, manca di alcune cose che riteniamo fondamentali: manca, se non per cenni, la storia del femminismo dentro Rifondazione, ossia la storia del Forum delle donne, un collettivo politico femminista costituito da tante soggettività di donne iscritte e non a Rifondazione comunista, che nei decenni ha elaborato riflessioni sul nesso femminismo/marxismo, movimento delle donne/movimento operaio, storia del/dei femminismo/i e storia del/dei comunismo/i, ha costruito relazioni significative con gruppi, associazioni, collettivi di donne anche a livello internazionale, ha agito pratiche di relazioni e di conflitto con le varie istanze del partito, ha messo in opera momenti importanti di studio, di formazione e autoformazione politica, di cui c’è ampia e diffusa documentazione, intervenendo su varie ‘questioni’, dalla guerra alla nonviolenza, alla laicità,al lavoro e non lavoro, al reddito,al linguaggio sessuato e alla scuola, con riflessioni e proposte originali (si pensi alla nonviolenza, al nesso sacro/patriarcato, alla critica dei nazionalismi, all’attraversamento dei confini, ai nessi differenza/differenze, alla critica dello sviluppismo tanto presente nella storia delle società socialiste).
Ebbene, negli ultimi anni questa storia è stata oscurata, queste pratiche sono state emarginate nella pratica politica e nella cultura del partito,spesso osteggiate e considerate con sufficienza e fastidio dal/dai gruppo/i dirigente/i, a cominciare da quello nazionale.
In secondo luogo, proprio in connessione, e in conseguenza, con la mancata analisi critica e autocritica del gruppo dirigente, mancano le proposte politiche, manca il che fare, come potrebbe essere la proposta di generalizzare l’ aspetto della formazione politica di analisi del maschile, ad esempio. Le donne vengono ‘richieste’ negli organismi dirigenti per fare numero, per fare quota, e questo non va bene. Le proposte, che si fanno nel documento, di modificare i tempi e le modalità delle riunioni sono del tutto scontate, vanno bene anche per gli uomini, ma sono secondarie. La proposta della Conferenza delle donne comuniste, che si invoca sempre come panacea di tutti i mali, rischia di ridursi a una passerella di interventi,a un elenco di lagnanze, o persino a una serie di affermazioni –oggi di moda- che le donne sono uguali agli uomini, che il femminismo è un ghetto, etc.etc. Quello di cui sentiamo il bisogno è la ricostituzione, in termini nuovi e superando i limiti che pure ci sono stati nel forum delle donne, di una soggettività politica femminista, di un collettivo che agisca la differenza/le differenze, che pensi, faccia formazione, agisca il conflitto nel partito e nella società, metta in opera iniziativa sociale. Al di là e fuori dai recinti delle correnti e delle mozioni , che critichiamo fortemente anche nel percorso de L’Altra Europa: a questo proposito lo schieramento del partito con uno dei documenti presenti a partire dal dibattito accidentato prima e dopo l’assemblea di Bologna, ci sembra assolutamente inopportuno, in quanto noi siamo per attraversare , appunto, i confini e le frontiere .Insomma,potremmo dire che occorre un partito sociale sessuato.

Imma Barbarossa
Elena Coccia
Loretta Coltellacci
Anna Costa
Sara Cupiti
Annamaria Di Stefano
Enrica Focacci
Eleonora Forenza
Emanuela Garibaldi
Rosangela Giannotti
Tonia Guerra
Maite (Maria Teresa) Iervolino
Enza Longo
Lia Losa
Barbara Maffione
Teresa Massenzio
Lidia Menapace
Giuseppina(Pinuccia) Olivieri
Simona Ricciardelli
Anita Sonego
Geni Sardo


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