Dichiarazione di Leonardo Masella di non partecipazione al voto
sul documento conclusivo
Sarebbe sbagliato votare contro il documento conclusivo, per i seguenti
motivi.
A) Il documento è molto diverso da quello iniziale, riparando all’errore
di aver eluso i temi del nostro rapporto con il governo e con la società.
B) Non si fa cenno né ad un nuovo partito né all’ambiguo
“nuovo soggetto politico”, di cui hanno parlato in recenti
interviste autorevoli esponenti di partito ed istituzionali.
D’altra parte sarebbe sbagliato votare a favore del documento, per
i seguenti motivi.
1) Si sottovaluta l’aumento del malessere sociale e l’indisponibilità
del governo a farvi fronte, accresciuta con la svolta moderata e liberista
dei 12 punti. La finanziaria, i ticket sanitari, gli aumenti Irpef a cui
il governo ha costretto Regioni e Comuni, l’indisponibilità
a superare la legge 30, le continue minacce di tagliare le pensioni mentre
si aumentano le spese militari, hanno accresciuto il malessere sociale.
E’ la politica del governo Prodi che sta riconsegnando il Paese
al centro-destra, come rischia di verificarsi nelle imminenti elezioni
amministrative.
2) La politica estera del ministro D’Alema non è “una
svolta”, è certamente diversa da quella servile del governo
Berlusconi, ma è nel solco del multilateralismo della NATO, quello
stesso che portò ai bombardamenti su Belgrado. Sull’Afghanistan
è un errore legare l’exit strategy alla improbabile lontana
conferenza di pace. Manca l’indicazione di ricostruire il più
forte movimento contro la guerra a partire dal successo straordinario
della manifestazione di Vicenza del 17 febbraio, già dimenticata.
3) Non è sufficiente ribadire formalmente l’autonomia di
Rifondazione Comunista nelle necessarie e importanti convergenze a sinistra.
Appare difensiva, noi non dobbiamo “restare” comunisti, ma
“diventare” comunisti. Sarebbe incomprensibile non riaprire,
oltre ad altri cantieri, quello della rifondazione comunista, cioè
di un partito comunista con una natura di classe ed anticapitalistica
adeguata al presente e al futuro.
Invito pertanto a non partecipare al voto, non come manifestazione di
distanza dal partito, ma perché la conferenza non ha sciolto nessuno
degli equivoci creati, come quelli della sinistra europea e del cantiere
della sinistra, al fine di tenere aperto fra di noi il dibattito, considerando
la libera dialettica fra posizioni diverse non come un fastidio o come
motivo di divisione ma come un arricchimento del partito.
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